Ilaria sarebbe morta dopo circa 45 minuti: una lunga, dolorosa agonia alla quale nessuno avrebbe tentato di porvi rimedio. Neanche i valorosi militari italiani, che tanto lustro hanno dato al nostro Bel Paese grazie alle impropriamente denominate “missioni di pace”. Accusato del duplice omicidio di Ilaria Alpi e del suo collega è Hashi Omar Hassan, un cittadino somalo diventato ingiustamente capro espiatorio di una vicenda torbida e ben lontana da una degna conclusione. Hassan sarebbe stato collocato sulla scena del crimine da un supertestimone, la cui attendibilità è venuta meno nelle scorse ore, anche grazie all’ intervento della trasmissione TV “Chi l’ ha visto?” e soprattutto all’ incessante lavoro della madre di Ilaria Alpi, Luciana, da sempre alla ricerca di quella verità sinora omessa, occultata, negata. Ahmed Ali Rage – conosciuto da tutti come Jelle – è il nome del finto testimone oculare dell’ assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Raggiunto a Londra dalla reporter di “Chi l’ ha visto?”, Jelle avrebbe ammesso di aver mentito in cambio di denaro e della possibilità di lasciare la Somalia. La guerra imperversava nel 1994 e il giovane aveva solo voglia di andare via da quell’ inferno. Peccato che a farne le spese sia stato il povero Hashi, da 13 anni dietro le sbarre per un crimine che non avrebbe mai commesso. Luciana Alpi si è battuta anche per lui, portando avanti una crociata che sta assumendo sempre più i contorni di una drammatica spy-story.
“Voglio sapere la verità prima di morire”, ha ammesso mamma Luciana, il cui marito è spirato prima di conoscere i retroscena che hanno visto protagonista, suo malgrado, l’ adorata figlia Ilaria. Il giusto riconoscimento ad una madre coraggio, flagellata ma non piegata dal dolore di aver perso una figlia nel fiore dei suoi anni, la cui ricerca della Giustizia con la “G” maiuscola somiglia sempre più all’ incessante ed esemplare lavoro della sua Ilaria per portare alla luce una scomoda e scandalosa verità. Verità e Giustizia, due altisonanti sostantivi che pare non appartengano ancora al caso del duplice omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Un’ inchiesta che ha il sapore del classico insabbiamento all’ italiana; una vergogna non solo mediatica, una terribile macchia che dovrebbe a dir poco fare arrossire una Nazione che basa la sua democrazia su principi inalienabili ed intoccabili quali verità, libertà di stampa e, soprattutto, ricerca della giustizia.