Lo chiamano “effetto porte girevoli” ed è un fenomeno che si sta estendendo a sempre più cittadini: consiste nell’entrata del paziente in un circolo vizioso che lo porta ad aver sempre più bisogno delle cure ospedaliere. I più colpiti sono, senza dubbio e come prevedibile, gli anziani: mediamente questi consumano al giorno oltre cinque tipologie diverse di farmaci. Il motivo scatenante dell’effetto sopra citato starebbe proprio nel primo ricovero ospedaliero subito dal paziente. Infatti, in seguito alle sue dimissioni dalla struttura il carico di farmaci da assumere in quota giornaliera aumenta radicalmente ed è proprio questo elemento a scatenare una reazione biologica molto forte, null’altro che l’overdose di medicinali. A confermarlo sono i dati del registro Reposi (Registro politerapie Simi) della Società italiana di medicina interna, dell’Istituto Mario Negri e del Politecnico di Milano. Sembra, infatti, che al 24% degli anziani monitorati da questi enti siano stati prescritti dalle strutture ospedaliere degli antidepressivi, senza effettiva presenza di un disturbo dell’umore. Anche farmaci gastroprotettori sono risultati oggetto di abuso da parte dei medici, che ne prescrivevano al 63% degli over-65 dimessi, senza un reale bisogno del loro principio attivo. Quando però non si tratta di medicine di questo tipo, il rischio è di aggravare patologie di cui l’anziano è già affetto e che, appunto, lo costringono ad un continuo ed infinito ciclo di ricoveri ospedalieri.