L’eclissi totale è avvenuta come da previsioni ma il blackout delle reti elettriche e delle telecomunicazioni non c’è stato. L’oscuramento del Sole aveva messo in preallarme i gestori delle reti europee per il possibile calo della produzione di energia elettrica e, per precauzione, Terna (il gestore italiano, ndr) aveva imposto uno stop preventivo di una parte degli impianti fotovoltaici presenti sul territorio.
La giornata mondiale della felicità istituita dall’Onu proprio il 20 marzo è stata accompagnata da uno degli eventi più belli che la natura ha da offrire. Un’occasione ghiotta per gli scienziati che hanno potuto studiare il Sole in condizioni ideali: “È un evento che abbiamo atteso a lungo tutti, astronomi e non – afferma l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope -. Oltre ad essere un fenomeno suggestivo, l’eclissi è un’occasione preziosa per studiare la parte più esterna del Sole, la corona, grazie alla Luna che fa da schermo naturale. Questa porzione irrequieta della nostra stella è, infatti, difficile da osservare in condizioni normali, perché ha una luminosità molto bassa”. Anche la nostra astronauta Samantha Cristoforetti ha potuto ammirare la bellezza dell’eclissi ma una distanza molto più ravvicinata della nostra: 400 chilometri di quota.
“Le eclissi rappresentano una fortunatissima coincidenza per noi abitanti della Terra – afferma Giovanni Bignami, presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf -. Il diametro angolare della Luna vista dal nostro Pianeta è, infatti, uguale a quello del Sole. Su Marte, che ha due piccoli satelliti, non sarebbe, ad esempio, mai immaginabile un fenomeno analogo”.
Inoltre, l’influsso gravitazione della Luna provocherà un effetto marea sulla Terra e tale fenomeno si amplificherà proprio nelle prossime ore visto lo speciale allineamento tra il nostro Pianeta, il Sole e proprio la Luna: gli oceanografi francesi sono arrivati a parlare, addirittura, di “marea del secolo”, soprattutto sulle coste della Bretagna e della Normandia. “In realtà – precisa Nicholas Weber, del servizio oceanografico della marina -, questa condizione particolare si verifica periodicamente ogni 18 anni”.