Annunciato lo sciopero dei lavoratori della scuola per il 5 maggio. I sindacati del settore lo hanno detto dal palco della manifestazione della Rsu tenutasi a Roma: lo sciopero è stato indetto dalla Flc-Cgil, Uil scuola, Cisl Scuola, Gilda-Unams, Snals-Confsal contro il nuovo disegno di legge varato in Parlamento dal nome “buona scuola”. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha detto: “Questa è la prima mobilitazione del settore dopo il varo del Ddl. Credo che unitariamente bisogna decidere di proseguire anche con lo sciopero generale”.
Anche Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, ha voluto dire la sua: “Quando si mette mano a questioni senza averne conoscenza e competenza, si finisce come l’apprendista stregone e si rischia di fare danni incalcolabili. Questo sta facendo Renzi sulla scuola. Non si cambia il sistema scolastico senza chi ci lavora, o peggio contro chi ci lavora. Insegnanti, personale Ata, dirigenti sono il motore della nostra scuola, sono la sua risorsa più preziosa – continua Scrima -. È grazie a loro se la nostra scuola, ogni giorno, funziona e funziona bene pur tra mille difficoltà. Pretendere di cambiare la scuola senza partire dalla loro conoscenza dei problemi, dalla loro esperienza, dalla loro competenza è un grave atto di presunzione ed è anche la ragione per cui stiamo assistendo da mesi a proposte ogni volta diverse, spesso addirittura stravaganti, ma sempre ugualmente lontane da ciò che servirebbe davvero alla scuola per cambiare in meglio”.
Allo sciopero generale proclamato per il 5 maggio si uniranno anche gli studenti infatti Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti, ha detto: “La scelta dello sciopero è inevitabile e giusta. Il 5 maggio si mobiliterà tutto il Paese e non soltanto il mondo della scuola. Il modello di scuola autoritario, succube dei privati, che legittima le disuguaglianze invece che abbatterle, rispecchia l’idea di Paese propria del Governo. Renzi ci troverà tutti uniti e costruiremo un grande coordinamento sulla scuola che tenga uniti soggetti sindacali, sociali, politici e liberi cittadini, come emerso dall’assemblea nazionale sulla scuola dell’11 aprile”. Poi, ha aggiunto: “Se il Governo non ci ascolterà continueremo a mobilitarci: boicotteremo i test Invalsi il 12 maggio e lotteremo congiuntamente agli insegnanti per bloccare gli scrutini”.
Il portavoce di Link Coordinamento Universitario Alberto Campailla ha detto: “Anche gli universitari riempiranno le piazze del 5 maggio. La riforma della scuola rispecchia le indiscrezioni che stanno emergendo sulla futura riforma dell’università: l’aumento della quota premiale fino al 30%, che aumenta la competizione tra Atenei, e la probabile implementazione del Prestito d’Onore, significa continuare a favorire le disuguaglianze e non capire nulla delle reali esigenze dell’università italiana”.