Loeb e la Vergara hanno ancora qualcosa che li unisce: quei due piccoli embrioni che l’uomo vorrebbe “fecondare”, per veder realizzato il suo desiderio di diventare padre. L’attrice, però, non è d’accordo. “Ho sempre creduto fermamente che la vita cominci con la fecondazione e che ogni embrione sia una vita nel cammino verso la nascita – ha raccontato ad una rivista Loeb, i cui genitori hanno divorziato quando aveva appena un anno, mentre lui cresceva con una tata cattolica che gli ha trasmesso forti principi religiosi – Ho creato questi due embrioni femminili con lo scopo di portarli a compimento e non di distruggerli, perché ho sempre sognato di essere padre“. L’uomo si era dichiarato persino disponibile a provvedere al 100% alle esigenze delle sue future pargole, senza impedire alla sua ex di essere partecipe delle loro vite.
Sofia Vergara, però, ha rispedito al mittente le richieste di Loeb: gli embrioni sarebbero i suoi e il suo ex compagno non avrebbe nessun diritto di avanzare pretese. Un dibattito aspro e di non facile risoluzione, specie in una Nazione dove la legislazione sulla “proprietà embrionale” è ben definita solo in nove Stati e dove spesso la Giustizia si schiera dalla parte materna. E mentre la diatriba assume dei contorni inquietanti – la Vergara è stata accusata di volersi disfare dei suoi stessi embrioni – l’etica e la morale non riescono a trovare la giusta formula per proteggere questi futuri bambini ancora in provetta.