Altro aspetto da non trascurare è la durata del trattamento laser, un intervento per nulla indolore, anzi. L’intervento, che come sottolinea il Vice Presidente Aicpe va eseguito sempre da personale altamente qualificato, prevede l’applicazione di una crema anestetizzante 30 minuti prima della seduta, oltre all’applicazione di ghiaccio sulla zona trattata nel corso dell’intero intervento. Inoltre, una seduta potrebbe non essere sufficiente a rimuovere l’amato-odiato tatuaggio. “Chi ha la pelle olivastra, mulatta o nera o comunque di colore più scuro del tatuaggio da rimuovere corre un forte rischio di alterare la pigmentazione“, sottolinea il dottor Siliprandi.
“La rimozione – continua il medico – è sconsigliata anche a chi ha la tendenza a sviluppare cicatrici ipertrofiche o cheloidee, a chi presenta infezioni attive della pelle. Attenzione invece a terapie farmacologiche o con farmaci foto sensibilizzanti”. Altro fattore da non trascurare quando si ricorre alla rimozione laser è il colore e l’età del tatuaggio. I tatuaggi di color verde, azzurro e giallo sono quasi impossibile da rimuovere; inoltre, più il tatuaggio è “vecchio”, più la rimozione risulterà esemplificata, giacchè il corpo umano avrà già espulso buona parte dei pigmenti dei quali è composto. Molte sono le variabili da tenere in considerazione quando si sceglie di rimuovere un tatuaggio: il consiglio principe è quello di valutare sin dall’inizio se vale la pena sottoporre la propria epidermide ad uno stress “doppio”.