Il presidente della Tunisia Beji Caid Essebsi ha ufficialmente dichiarato lo stato d’emergenza, lo riferisce l’ufficio della presidenza. La decisione è giunta otto giorni dopo l’attentato terroristico avvenuto sulla spiaggia di Sousse il 26 giugno rivendicato dall’Isis e in cui sono morte 38 persone, tra cui 30 britannici. Un nuovo colpo per la Tunisia dopo l’azione terroristica avvenuta lo scorso marzo al Museo del Bardo di Tunisi in cui morirono 17 turisti stranieri.
Il proclamato stato d’emergenza della Tunisia permetterà all’esecutivo di gestire con maggiore autorità le situazioni più complicate in merito alla sicurezza interna del Paese, potendo predisporre dell’esercito e delle forze dell’ordine con maggiore libertà, oltre a poter attuare il coprifuoco e ridurre il diritto dei cittadini di riunirsi. L’ultima volta che era stato decretato lo stato d’emergenza in Tunisia era stato nel gennaio del 2011, voluto dell’ex presidente Zine El-Abidine Ben Ali di fronte alla protesta della cosiddetta “primavera araba” che aveva portato alla sua conseguente fuga all’estero.
Prima che le fonti della presidenza dessero il via definitivo allo stato d’emergenza, l’agenzia di stampa della Tunisia aveva annunciato che domani sarà completata la chiusura delle 80 moschee a rischio radicalismo. Lo ha comunicato l’incaricato del ministero degli Affari religiosi aggiungendo che le proteste da parte della cittadinanza sono ingiustificate. Subito dopo la strage di Sousse, il governo tunisino aveva promesso nuove leggi affinché la polizia agisca in maniera più efficace e più severe per i condannati di terrorismo.