SIRIA – I terroristi dell’Isis hanno pubblicamente giustiziato 9 uomini e un ragazzino di 15 anni in Siria perché erano omosessuali. L’Osservatorio siriano per i Diritti Umani (OSHR) ha dichiarato che sette uomini sono stati brutalmente uccisi ieri a Rastan, nella provincia Homs, nel centro della Siria, dopo essere stati accusati di essere gay. Le altre due vittime e il 15enne sono stati invece giustiziati a Hreitan, a nord di Aleppo.
Il direttore dell’Osservatorio, Rami Abdel Rahman, ha raccontato al quotidiano MailOnline che il ragazzino era già stato arrestato quando aveva 14 anni e rinchiuso in condizioni terribili fino quasi alla morte. Rahman ha inoltre dichiarato che le esecuzioni di uomini accusati di essere gay si svolgono tutte di fronte a una grande folla, ma i miliziani dell’Isis si assicurano che il filmato non venga diffuso distruggendo tutte le telecamere usate per riprendere le raccapriccianti esecuzioni.
Secondo una stima delle Nazioni Unite, l’Isis avrebbe giustiziato almeno 30 persone “colpevoli” di essere gay. Il mese scorso, due uomini sono stati spinti giù da un tetto a Homs prima di essere lapidati da una folla assetata di sangue di cui facevano parte anche dei bambini. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha organizzato la prima discussione riguardo gli attacchi Isis contro le persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) nel Medio Oriente solo il mese scorso. Il direttore esecutivo della Commissione per i Diritti umani di gay e lesbiche, Jessica Stern, ha dichiarato che la violenza omofoba dello Stato Islamico sta ispirando anche altri miliziani e “attori privati” ad attaccare i gay. La Stern ha aggiunto che la persecuzione delle persone LGTB in Siria e in Iraq è cominciata molto prima dell’avvento dell’Isis.