Verona: “Il furto più grave della storia dell’arte italiana”

Furto al museo di Castelvecchio

Ieri sera è stato messo a segno un maxi furto al museo civico di Castelvecchio di Verona. Tre malviventi con i volti coperti e armati sono entrati nel museo e dopo aver immobilizzato l’unica guardia giurata e imbavagliato la cassiera, sono entrati in azione. Hanno rubato diciassette opere tra quelle esposte nella galleria d’arte: undici capolavori e sei opere minori. Tra gli autori dei dipinti trafugati troviamo Domenico Tintoretto, Antonio Pisano detto Pisanello, Jacopo Bellini, Peter Paul Rubens e Giovanni Francesco Caroto. Il valore del clamoroso colpo ammonterebbe tra i 10 e i 15 milioni di euro.

Secondo Flavio Tosi, sindaco di Verona, si tratterebbe di un furto su commissione. I ladri sarebbero dei professionisti, sapevano cosa prendere e conoscevano il museo. Inoltre hanno agito al momento del passaggio di consegne del personale, quando il museo stava per chiudere e quindi gli allarmi non erano ancora attivi. Secondo lo storico dell’arte Tomaso Montanari il furto non è stato commissionato da un collezionista ma quasi sicuramente i ladri non hanno agito da soli. Sembrerebbero infatti più esperti del crimine che di opere d’arte: hanno preso i capolavori della collezione, che sono invendibili sul mercato.

È sconcertante però il fatto che al momento del furto ci fosse solo una guardia all’interno del museo di Castelvecchio, uno dei più importanti di Verona, che ospita moltissime opere di grande valore artistico e non solo. A capo delle indagini sulla rapina di questi preziosi quadri trafugati c’è il Nucleo Tutela Patrimonio Artistico dei Carabinieri e da Roma è partito il comandante del Nucleo e altre figure professionali della sezione Antiquariato.