Economia ai tempi dell’Isis: chi fa i video guadagna più dei soldati

Video dell'IsisNEW YORK – Washington Post ha riferito delle notizie riguardo gli esperti di mass media dell’Isis. Secondo le informazioni del quotidiano newyorkese, il salario dei cosiddetti “emiri della propaganda” è sette volte maggiore di quello dei soldati dello Stato islamico. Questi tecnici rappresentato un esercito parallelo che combatte attraverso i video e sui social media.

L’inchiesta del Washington Post, realizzata grazie a numerose interviste con questi organizzatori della propaganda mediatica, rivela che l’Isis cura molto la sua immagine. Alcuni degli intervistati ha affermato di aver dovuto seguire dei corsi di aggiornamento. Questi sono organizzati dallo Stato islamico nei territori sotto il suo controllo in Iraq e in Siria. Gli intervistati hanno riferito di aver lavorato presso il quartier generale della propaganda che si trova vicino ad Aleppo. Il tutto era guidato dal portavoce dell’Isis, Abu Muhammad al-Adnani.

Uno degli interpellati ha riferito che gli addetti ai video guadagnano 700 dollari al mese senza pagare le tasse, la casa, l’automobile e altre spese accessorie. Il motivo principale di questi privilegi risiede nell’importanza che lo Stato islamico affida alla comunicazione. Le testimonianze descrivono un organo propagandistico molto sofisticato, in cui ogni azione è controllata e prestabilita come in un reality show. Persino i combattenti sono obbligati ad imparare dei dialoghi per poter mandare un messaggio preciso all’Occidente.

Gli “emiri” della propaganda dell’Isis sono gli autori dei video delle decapitazioni di ostaggi o delle altre esecuzioni. Gli esperti statunitensi hanno sottolineato la professionalità degli autori di questi filmati, frutto di riprese plurime, montaggi e uso di software per gli effetti speciali. Questi tecnici hanno fatto anche delle riprese dei corpi dei jihadisti morti in battaglia, in modo da farli apparire come dei “martiri”.

La produzione dei filmati si differenzia in base ai destinatari. Da una parte, ci sono i video dell’orrore, creati per trasmettere paura e orrore all’Occidente. Dall’altra, ci sono quelli realizzati per descrivere lo Stato islamico come un paradiso in terra, come un’area ben governata nel rispetto dei valori islamici dove prevalgono l’ordine e il benessere. Stando alle testimonianze, grazie a questi video online l’Isis è riuscito a reclutare più di 30mila combattenti stranieri.