Il presidente francese François Hollande continua la sua maratona diplomatica finalizzata a una più ampia coalizione anti Isis recandosi a Mosca. Oggi, Hollande dovrà ricevere il presidente del Consiglio Matteo Renzi e incontrare il suo omologo Vladimir Putin. Il suo delicato intento è però messo a repentaglio dalle tensioni russo-turche.
Il presidente francese ha già incontrato David Cameron, Barack Obama e Angela Merkel. Questa mattina riceverà Matteo Renzi prima di partire per la capitale russa. Il parlamento francese ieri sera ha votato in massa per autorizzare la continuazione delle offensive aeree in Siria, “Non ci sono alternative – ha incalzato il primo ministro Manuel Valls – dobbiamo annientare l’Isis”. Ecco allora che quasi due settimane dopo gli attentati di Parigi e Saint-Denis, l’Assemblea nazionale e il Senato hanno approvato il prolungamento dell’impiego di forze aeree francesi in Siria. La coordinazione internazionale della lotta contro l’Isis è tuttavia complicata, soprattutto dopo l’abbattimento di un caccia russo da parte della Turchia, membro della Nato e della coalizione anti Isis, perché l’aereo avrebbe apparentemente violato il suo spazio aereo. Dopo l’incidente più grave tra Mosca e Ankara dall’inizio dell’intervento militare russo in Siria, i dirigenti dei due Paesi hanno affermato di voler evitare la crescita militare nella regione.
François Hollande è riuscito a strappare alla cancelliera tedesca Angela Merkel la promessa di un impegno rapido e al fianco della Francia nella lotta contro l’Isis. La Germania ha annunciato la volontà di inviare oltre 650 soldati in Mali per sollevare lo sforzo bellico francese parallelo alle operazioni a Sahel e in Medio Oriente. David Cameron aveva dichiarato lunedì di essere convinto dell’intervento militare del Regno Unito in Siria e oggi dovrà presentare al parlamento la sua strategia.
A Washington, Hollande ha ottenuto poco da Obama. Oltre la promessa di intensificare le offensive americane e gli scambi di informazioni, Barack Obama ha espresso molte riserve sulla possibilità di cooperare con la Russia in Siria, anche perché Putin non cambierà la sua strategia, rendendo così ipotetica la possibilità di formare una coalizione che includa Mosca. Washington e Parigi rimproverano alla Russia di attaccare di più l’opposizione moderata rispetto allo Stato Islamico e di sostenere Bachar al-Assad.