Un anno dopo l’attentato che ha decimato la sua redazione, il giornale satirico francese Charlie Hebdo uscirà mercoledì 6 gennaio con un numero speciale del tutto particolare. Il prima pagina ci sarà un Dio barbuto armato di kalashnikov e dall’abito insanguinato sotto il titolo: “Un an après, l’assassin court toujours” (Un anno dopo, l’assassino è ancora in fuga).
Saranno stampate circa un milione di copie del settimanale, di cui decine di migliaia saranno destinate all’estero e in particolare in Germania, dove la richiesta è notevole. Charlie Hebdo vende attualmente circa 100 mila copie nelle edicole, di cui 10 mila internazionali ai quali si aggiungono 183 mila abbonati. Il numero speciale di mercoledì comprende un quaderno di disegni postumi delle vittime, Cabu, Wolinski, Charb, Tignous, Honor; dei contribuenti esterni tra cui il ministro per la Cultura Fleur Pellerin; di attori come Isabelle Adjani, Charlotte Gainsbourg, Juliette Binoche; di intellettuali e scrittori come Elisabeth Badinter, la bangalese Taslima Nasreen, l’americano Russell Banks e il musicista Ibrahim Maalouf.
Il vignettista Riss, direttore del giornale gravemente ferito il 7 gennaio scorso, vi firma un rabbioso editoriale a difesa della laicità e a denuncia dei “fanatici intontiti dal Corano” e dei “bigotti venuti da altre regioni” che volevano la morte del giornale per aver “osato ridere del religioso”. Riss scrive: “Nel 2006, quando Charlie Hebdo ha pubblicato le caricature di Maometto, nessuno ha pensato seriamente che un giorno tutto ciò sarebbe terminato con la violenza. […] Consideravamo la Francia un isolotto laico dov’era possibile scherzare, disegnare e divertirsi senza preoccuparsi dei dogmi, degli illuminati. […] Un mese prima del 7 gennaio ho chiesto a Charb se la sua protezione aveva ancora senso. Le storie di caricature appartenevano al passato. […] Ma un credente, soprattutto un fanatico, non dimentica mai l’affronto alla propria fede perché ha davanti e dietro di lui l’eternità. […]È l’eternità che ci è piombata addosso quel mercoledì 7 gennaio. Non saranno due piccoli stupidi dal viso coperto da un passamontagna a cancellare il lavoro delle nostre vite. Non saranno loro a veder crepare “Charlie”. È “Charlie” che li vedrà crepare”.
Una settimana dopo l’attentato del 7 gennaio 2015 che ha causato 12 morti a Charlie Hebdo, il giornale satirico ha pubblicato il “numero dei sopravvissuti” con in prima pagina il disegno di Maometto sotto il titolo: “Tout est pardonné” (Tutto è personato). Ne sono state vendute 7,5 milioni di copie in Francia e in tutto il mondo.