Il suo garage era diventato un vero e proprio mattatoio, un luogo di crudeltà inimmaginabile dove un ristoratore cinese di Firenze uccideva e macellava i cani randagi della zona per poi cucinarli nei piatti del suo locale spacciandoli, neanche a dirlo, per piatti tipici della cucina asiatica. I poveri cani venivano fatti a pezzi dal ristoratore prima di finire nei piatti dei clienti del ristorante.
Il ristorante cinese è stato posto sotto sequestro e il proprietario, a valle della denuncia pervenuta a suo carico, ora rischia una multa di 30mila euro oltre al carcere. Secondo le ultime fonti, gli agenti della polizia sarebbero giunti al ristoratore cinese a seguito di una segnalazione anonima arrivata in caserma. Inoltre, il proprietario cinese di Firenze utilizzava gli animali presi in strada e, alle volte, arrivava anche ad acquistarli online.
Una vicenda che desta incredulità e stupore nel cuore di tutti, infatti è appena arrivata la smentita ufficiale. E’ una bufala ben architettata da Il Messaggero. Ma il dato sconcertante resta la mancanza di controlli e le tante domande senza risposta. Da quanto tempo tale assurdità andava avanti e com’è stato possibile solo permettere una vicenda di una tale crudeltà? Una multa di 30mila euro che sicuramente non basterà a ripagare il male fatto agli animali e ai clienti del ristorante fiorentino. Basti pensare ai tanti camion della morte che vediamo ogni giorno sfrecciare sulle nostre autostrade, forse trasportano cuccioli destinati alla stessa fine?
Si tratta, come detto, di una notizia falsa. Una bufala pensata da un giornale molto noto in Italia che dovrebbe, almeno in principio, raccontare la verità di ciò che accade nel nostro Paese e nel mondo. Non si tratta solo di aver raccontato il falso e aver convinto i suoi utenti di quanto fosse vera una notizia inventata, quanto di aver attaccato e screditato una categoria di persone che da molti anni è presente qui in Italia. Onestamente, noi di VNews24.it ci discostiamo dalla falsità e dalle bufale create con il solo scopo di creare scompiglio e squallore dove questo non c’è.