Il quorum per il referendum sulle trivelle non è stato raggiunto: a votare è stato il 32,19 %. Tra questi, l’86 % degli elettori si è schierato dalla parte dei “Sì“. Il quorum è stato raggiunto solo in una regione, la Basilicata, regione da cui è iniziata l’inchiesta petrolifera. Nelle regioni del Nord (Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Valle d’Aosta) si è votato di più rispetto alle regione costiere del Mezzogiorno e del Sud, delle quali ci si aspettava una partecipazione maggiore. In tutto, si sono recati alle urne 15.806.788 cittadini su un totale di 50.675.406 aventi diritto. L’attività di estrazione di gas e petrolio entro le 12 miglia, quindi, continuerà fino ad esaurimento del giacimento per le concessioni già attive.
Il PD aveva dato l’indicazione di astenersi sin dal principio, ma alcuni esponenti, come Angelino Alfano, non hanno rispettato la direttiva. Hanno votato anche alcune tra le più alte cariche dello Stato, tra cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tra gli altri esponenti politici, si sono presentati alle urne l’ex presidente del consiglio Romano Prodi, il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, il leader del M5s Beppe Grillo.
Matteo Renzi, presentatosi a Palazzo Chigi pochi minuti dopo la chiusura dei seggi, ha commentato i risultati della votazione affermando che questa si tratta di una vittoria per i lavoratori. Aggiunge anche che “qualche consigliere regionale ha perso” perché, secondo lui, “ha voluto cavalcare questo referendum per esigenze personali, di “conta” politica”. I sostenitori del “Sì“, d’altro canto, si dichiarano comunque soddisfatti per aver “acceso un riflettore sulle lobby del petrolio in Italia e sulle scelte energetiche del Paese”. Il governatore pugliese Michele Emiliano, uno dei principali promotori del “Sì”, promette che il movimento continuerà a battersi contro le trivelle e che per lui il referendum, con 15 milioni di votanti, ha raggiunto in ogni caso un risultato straordinario.
C’è anche da dire che negli ultimi 20 anni l’unico referendum che ha raggiunto il quorum col 54 % è stato indetto nel 2011. Tale votazione, che contava 4 quesiti, riguardava la chiusura del programma nucleare e la privatizzazione dell’acqua; in quell’occasione il “Sì” arrivò al 95%, un risultato storico.