Roma – Ieri, la conferma della condanna sentenziata dalla Cassazione a carico di Marcello Dell’Utri, l’ex-senatore attualmente ricoverato all’ospedale Al Hayat a Beirut, capitale del Libano. Attendono l’uomo ben 7 anni di carcere per mafia, ma prima sarà necessaria l’estradizione del 72enne con la collaborazione tra Italia e Libano. L’uomo si definisce un “prigioniero politico” e, proprio a proposito del suo trasferimento in territorio italiano al fine dell’applicazione della condanna a suo carico, afferma: “Se mi estradano vorrei essere affidato ai servizi sociali come il presidente Silvio Berlusconi.”
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Di fatto, l’ex-senatore continua a restare sulla difensiva, commentando così la sentenza della Cassazione: “Un processo che mi ha perseguitato per oltre 20 anni soltanto perché ho fatto assumere Vittorio Mangano come stalliere nella villa di Arcore del Presidente Silvio Berlusconi.” Poi conclude affermando di essere sempre rimasto in un rapporto puramente amichevole con Mangano. Queste sono le dichiarazioni che Dell’Utri ha rilasciato all’intervistatore de La Repubblica che l’ha raggiunto alla camera 401 dell’ospedale Al Hayat.
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Lì, l’ex-senatore è sorvegliato a vista da alcuni militari pronti a fare fuoco in caso di rischio. Due agenti lo tengono sotto tiro, mentre uno sorveglia l’area con la mano pronta ad estrarre la pistola e fare fuoco. Dell’Utri, invece, resta tranquillo nel proprio letto: sbarbato e vestito solo di una maglietta e dei pantaloncini, ha accanto la compagnia della figlia da alcuni giorni. Intanto, si attende si sapere l’esito dei negoziati con il Libano per ottenere l’estradizione dell’ex-senatore e la sua consegna alle autorità italiane.