La Fed è pronta ad aumentare i tassi di interesse. Dai verbali diffusi in questi giorni della riunione del Federal Open Market Committee (il comitato della Fed che si occupa di politica monetaria) tenutasi il 26 e 27 aprile scorsi è emerso che l’incremento del costo del denaro potrebbe avvenire prima del previsto, a patto che l’economia statunitense continui a crescere. I banchieri centrali Usa potrebbero prendere una decisione in tal senso già a giugno. Immediate le ripercussioni sui mercati, in particolare i future sui Fed Funds, cioè gli strumenti finanziari che anticipano le possibili variazioni della politica monetaria Usa, danno l’aumento dei tassi a giugno 1 a 3.
A risentire della notizia anche i Treasury bond a 2 anni, i più sensibili alle aspettative sulle manovre di politica monetaria, il cui rendimento è salito allo 0,9% raggiungendo i massimi di due mesi. Nel frattempo il dollaro continua ad apprezzarsi. Il Bloomberg Dollar Spot Index, che misura la forza del dollaro rispetto alle altre valute, ieri ha registrato il maggiore incremento degli ultimi sei mesi. In rialzo anche la sterlina, grazie soprattutto agli ultimi sondaggi che danno l’ipotesi di Brexit meno probabile.
Se il dibattito interno alla Fed è focalizzato sui tassi di interesse, dai verbali della Bce risulta che all’ordine del giorno a Francoforte sono i rifinanziamenti Tltro, l’accelerazione del Quantitative Easing (il programma di acquisto di titoli di Stato) e le misure di acquisto dei bond societari. Nei verbali della Bce si legge infatti che “il focus dovrebbe ora essere sulla nuova serie di Tltro e Cspp (acquisto bond aziendali) i quali sono orientati a migliorare la trasmissione della politica monetaria attraverso il supporto della creazione di credito”. Nonostante i principali listini europei restino ancora deboli, fino all’ora di pranzo Piazza Affari riesce a tenere la pari grazie all’apporto del comparto bancario, poi perde terreno e il Ftse Mib chiude a -0,95%. Segni negativi si registrano anche negli altri mercati europei: Londra è a -1,82%, Parigi e Francoforte cedono rispettivamente lo 0,85% e l’1,48%.
La vicenda, ancora non chiarita, della scomparsa dell’aereo Egyptair, riportando alla ribalta i timori di attacchi terroristici, ha impattato negativamente l’intero settore del turismo. Continua il lento calo del prezzo del petrolio, con il Wti che scende a 47,14 dollari al barile. Si tratta di un calo generalizzato del comparto delle commodity connesso al rafforzamento del dollaro sulle altre valute. Infatti anche l’oro è in diminuzione, attestandosi a 1258 dollari all’oncia.