PUGLIA – L’orrore causato dall’incidente avvenuto ieri in Puglia tra due treni sembra non essersi ancora arrestato. Le vittime, ormai tutte identificate, sono state 27 mentre i sopravvissuti 50. Tra questi, i casi meno gravi hanno rilasciato interviste per raccontare quanto accaduto ma non tutti hanno trovato la forza di rievocare a voce alta quei momenti. “Non voglio ricordare – ha dichiarato Monica – Non riesco a mandare via le urla”. I soccorritori stessi sono rimasti sconvolti di fronte alla scena.
“Quel rumore, non lo dimenticherò mai. E poi il buio, i lamenti. Le grida, tante grida”. Inizia così il racconto di Giuseppina Rutigliani che al momento della tragedia si trovava in compagnia del marito Matteo. “Quando sono riuscita ad alzarmi – continua la donna – mi sono accorta che sotto di me c’erano dei cadaveri”. Ancora stordita, Giuseppina ha iniziato a cercare il marito, trovandolo incastrato tra le lamiere. “Ho scavato con le mani e alla fine sono riuscita a liberarlo, non so neanche io come. Attraverso un buco del treno, l’ho portato fuori”. Entrambi sono ora fuori pericolo ma la donna stessa non riesce a definirsi fortunata. “Noi siamo sopravvissuti, molti altri non hanno avuto la stessa fortuna”.
“Spaventoso, allucinante. La scena più brutta di tutta la mia vita – racconta un agente di polizia intervenuto sul posto – I sopravvissuti urlavano, piangevano e chiedevano aiuto. Le immagini delle vittime non le scorderò mai”. La tragedia non ha fatto distinzioni tra uomini, donne, vecchi e bambini. Anche chi si trovava nelle vicinanze è stato investito dalle conseguenze del violento schianto. Giuseppe Acquaviva stava lavorando nel suo campo quando un pezzo di ferro è volato nella sua direzione colpendolo alla testa. “Non c’è stato nulla da fare”. Altro caso sconvolgente è quello del piccolo Samuele, di appena 6 anni, che stava tornando da una gita a Bari con la nonna quanto è avvenuta la tragedia. Il bambino si sarebbe salvato grazie alla donna che, secondo una prima ipotesi, gli avrebbe fatto da scudo perdendo però la vita. Nonostante ciò il piccolo aveva diversi frammenti di vetro conficcati nel corpo. Per tranquillizzarlo mentre lavoravano per estrarlo dalle lamiere, i vigili del fuoco gli hanno fatto vedere i cartoni animati sul cellulare.
All’interno dell’ospedale, basta un solo sguardo per identificare i sopravvissuti della tragedia e non solo per le ferite riportate. Molti hanno ancora lo sguardo perso nel vuoto, altri sono ancora scossi da brividi di terrore. Gli stessi soccorritori hanno dovuto far appello a tutto il loro autocontrollo di fronte alla terribile scena che si sono trovati davanti. “Quando siamo arrivati c’erano pezzi di corpi ovunque” ha raccontato Enza, operatrice del 118. “Ognuno di quelli che ce l’ha fatta, è sotto choc – hanno dichiarato i medici – Continuano a ripetere di aver visto decine di cadaveri, di sentire ancora le urla della gente attorno a loro”.