ROMA – Indagini sulla gestione di una casa famiglia a Rocca di Papa, nei pressi di Roma, ha fatto emergere un quadro agghiacciante. Le tre suore sudamericane che gestivano l’istituto costringevano i minori a punizioni e torture quotidiane: alcuni era costretti a fare la doccia fredda, altri a dormire al freddo, altri ancora a mangiare il proprio vomito. Arrestate per maltrattamenti e abusi su minori, le tre religiose sono state condannate dal tribunale di Velletri. “Sono soddisfatta che la struttura sia chiusa – ha dichiarato una madre al Messaggero – ma i miei figli sono seguiti da due psicologi per i danni subiti. Niente potrà riparare a questo”.
È stata la Procura di Velletri a disporre l’arresto delle suore, denunciate da Stefania D’Acunto, madre di uno dei ragazzini che avevano ospitato presso la loro struttura. Le indagini, sebbene secondo i legali delle religiose si siano basate esclusivamente su testimonianze, hanno fatto emergere una lunga serie di abusi nei confronti dei piccoli ospitati nella struttura. Oltre ai lavori di pulizia giornalieri, vivevano in condizioni di grande disagio ed erano anche mal vestiti. Se inoltre presentavano “problemi”, le suore aveva l’abitudine di punirli severamente. Un bambino ad esempio, era costretto ogni sera a dormire senza coperta nonostante fosse molto freddo perché non volevano essere costrette a lavare le sue coperte ogni giorno. Il piccolo infatti, dopo essere stato sottratto alla custodia della madre, soffriva di enuresi notturna e quindi era solito bagnare il letto. “Abbiamo ascoltato il racconto di Alex, oggi maggiorenne e detenuto per furto d’auto – ha raccontato Erika Iannucci, avvocato di una delle madre delle vittime – che raccontava di come negli anni abbia subito le attenzioni sessuali da parte di una delle suore”.
Amparo Pena Gardado, Virginia Pena Guardado e Lorena Nely Sorto Hendriquez. Questi i nomi delle 3 suore accusate ed incriminate di maltrattamenti all’interno della casa famiglia che gestivano. Alla prima religiosa è stata inflitta una condanna di 5 anni e 6 mesi per aver intrattenuto rapporti sessuali con uno dei minori ospitato nella struttura. La sorella gemella Virginia, è stata condannata a 2 anni di carcere mentre la terza religiosa a solo 1 anno e 11 mesi. I legali delle religiose hanno già presentato ricorso criticando la decisione del giudice. “L’intero processo si è basato su testimonianze – hanno affermato – ma non sono mai state autorizzate intercettazioni e nemmeno esistono prove dei presunti abusi commessi”.