Buchi neri supermassivi gemelli sono una novità per il mondo della scienza astronomica, magari immaginati nei manuali, ma lontano dall’essere oggetti reali.
Il cosmo sembra non finire di stupire con le sue bizzarrie e i suoi misteri sempre meno tali, grazie soprattutto ai progressi tecnologici che stanno consentendo di scrutare lo spazio remoto, lontano nel tempo diversi miliardi di anni, quasi agli albori dell’origine di questo Universo.
Così mentre alcuni fisici teorici ipotizzano un Universo frattalico ovvero simile a quelle artistiche e ossessionanti figure geometriche che racchiudono in sé infinite immagini identiche alla prima rappresentazione dell’oggetto, come accade con degli specchi allineati l’uno di fronte all’altro, altri scienziati scovano, ad oltre due miliardi di anni luce dalla Terra, i primi gemelli oscuri ossia due enormi buchi neri, ruotanti l’uno intorno all’altro intorno ad un baricentro di neanche un centesimo di anno luce.
Neppure Kip Thorne, noto fisico teorico, forse reso famoso presso il grande pubblico per la collaborazione scientifica fornita per la sceneggiatura e la realizzazione del buco nero del film Interstellar, avrebbe forse concepito l’esistenza di un sistema binario di buchi neri supermassivi, aventi le dimensioni di circa duecento milioni di Soli.
La scoperta, appena pubblicata su Astrophysical journal, è stata annunciata da un team di ricercatori della Università di Washington, sulla base dei dati di Chandra, telescopio orbitale a raggi X della Nasa, supportato dai valori osservati da diversi telescopi sulla Terra.
Inizialmente gli scienziati aveva calcolato erroneamente la distanza della fonte di emissione di raggi X, posizionandola “dietro l’angolo”, nella galassia di Andromeda, ad appena due milioni e mezzo di anni luce.
Lo strano oggetto cosmico, inizialmente, sembrava essere costituito da un buco nero ruotante intorno ad una stella di neutroni, poi si è capito, incrociando i dati da terra e dallo spazio, che si trattava del primo caso di buchi neri supermassivi gemelli, probabilmente frutto della collisione di due galassie dotate di un proprio buco nero.
Un altro tassello si aggiunge al quadro delle scoperte sulla origine e l’evoluzione del Cosmo; tassello che sicuramente troverà nella individuazione della materia oscura la tessera di un mosaico che diventa più intrigante del previsto.