Cambiamento climatico

Il cambiamento climatico è la nostra spada di Damocle

La questione del cambiamento climatico è oggi una priorità

Il cambiamento climatico continua ad essere un problema all’ordine del giorno. “Se il clima fosse una banca, i paesi ricchi l’avrebbero già salvato”. Chapeu Hugo Chavez! La questione climatica è oggi più che mai una priorità, continuiamo a calpestare le ossa della natura che abbiamo devastato. L’atmosfera e gli oceani si sono riscaldati, la quantità di neve e di ghiaccio è diminuita. Il livello del mare si è alzato e la concentrazione di biossido di carbonio è aumentata fino a livelli senza precedenti. Sarà proprio la nostra inazione a consegnare alle future generazioni un pianeta morente e a distruggere il rapporto atavico tra uomo e natura. “Facciamo presto!”. È questo l’imperativo che deve spingerci a risolvere la questione climatica. Dopo che l’estate scorsa Trump ha deciso di ritirare gli Stati Uniti dall’intesa sul clima, il presidente francese Macron ha sfidato gli USA convocando l’One Planet Summit.

Proposti 12 progetti  per combattere l’alterazione climatica

Al grido di “Make our Planet Great Again” si sono presentati 50 capi di Stato, i rappresentanti di 130 Paesi e sono stati proposti 12 progetti da centinaia di milioni di dollari per combattere l’alterazione climatica. “Stiamo perdendo la battaglia. Non andiamo abbastanza veloci e questo è il dramma: dobbiamo muoverci tutti, perché saremo tutti chiamati a rendere conto delle nostre azioni”. È questo il monito di Macron che si fa portavoce di una lotta concreta, svuotata degli orpelli e che ha come unico fil rouge la salvaguardia del pianeta. Al via dunque un progetto per lo sviluppo di auto elettriche in otto Stati americani. Un fondo di investimento per i paesi caraibici colpiti dagli uragani e finanziamenti alla Fondazione di Bill Gates che sostiene l’agricoltura avanzata.

Arrestare il global warming

A sfidare la casa bianca non è solo la Francia, ma anche Canada, Messico, Costa Rica, Colombia e Cile. L’idea è quella di creare una forma di carbon tax che inibisca l’uso dei combustibili fossili. Debellare l’effetto serra e salvaguardare il futuro non è utopia, ma una realtà forse troppo lontana se guardiamo i danni ingenti che subissano il pianeta. Il problema è che il passaggio alle energie rinnovabili è molto costoso. A ciò bisogna aggiungere la scarsa attenzione dimostrata dai Paesi che più inquinano. Non solo USA e Canada. A fare spallucce sono state anche Cina e India, responsabili dei danni climatici almeno quanto l’America. Come sottolineato al One Planet Summit, se è vero che non abbiamo un piano B, non abbiamo nemmeno un pianeta B. Sinergia e impegno comune devono essere le nostre parole d’ordine, bisogna investire a tutto campo e agire al fine di arrestare il global warming.