I ballottaggi delle elezioni comunali 2018 hanno sancito la vittoria del centrodestra, soprattutto ai danni del Partito Democratico che ha perso diverse roccaforti storiche, soprattutto in Toscana, dove il centrosinistra è stato battuto a Pisa, Massa e Siena. La debacle del PD è stata significativa anche a Sondrio, dove da anni c’era una maggioranza di sinistra, mentre a Imola è stato il Movimento 5 Stelle a prevalere sul candidato del partito del segretario Martina.
I risultati della tornata elettorale del 24 giugno hanno confermato, di fatto, quando verificatosi alle elezioni politiche del 4 marzo, con il crollo del Partito Democratico e la prevalenza di M5S, ma soprattutto della Lega di Matteo Salvini che, se si guarda ai risultati parziali dei ballottaggi, si è confermata leader del centrodestra. Si tratta di un esito per niente scontato, perché per la prima volta il “Carroccio” si presentava dinanzi agli elettori dopo essere salito al governo insieme ai grillini, con Forza Italia e Fratelli d’Italia all’opposizione: un cambio di rotta che avrebbe potuto allontanare diversi sostenitori dei leghisti che, invece, non solo hanno ribadito la propria fiducia nei confronti del Ministro degli Interni, ma l’hanno addirittura rinforzata, con una parte dell’elettorato dei pentastellati che ai ballottaggi avrebbe dato la sua preferenza proprio al partito di Salvini.
Dunque, la sovraesposizione del vicepremier leghista degli ultimi tempi legata alla questione migranti non ha affatto allontanato i grillini dal sostegno alla maggioranza, anzi, ha sancito un ulteriore trionfo per il vicepremier, garantendo ai candidati sindaco del centrodestra vittorie “pesanti” in comuni storicamente di sinistra come Pisa, Massa e Siena. Se è vero che la vittoria è andata all’alleanza di centrodestra, è pur vero che, guardando ai risultati ottenuti dai singoli partiti, la Lega ha ulteriormente staccato Forza Italia e Fratelli d’Italia, puntellando ulteriormente il suo ruolo di leader della coalizione.
Ma l’ennesima vittoria di Matteo Salvini potrebbe cambiare anche i rapporti di forza all’interno della maggioranza. Il Movimento 5 Stelle, ormai, deve fare i conti con un Ministro degli Interni che ultimamente riesce ad ottenere consensi trasversalmente, sia a destra che a sinistra, soprattutto tra gli elettori dei grillini, e questa situazione va inevitabilmente ad indebolire la posizione dei pentastellati nei confronti della Lega. Luigi Di Maio, quindi, prossimamente dovrà fare i conti con la presenza sempre più ingombrante e vincente (risultati alla mano) dell’alleato leghista. Tutto ciò potrebbe anche condizionare le scelte del governo giallo-verde soprattutto a partire dal mese di settembre, quando si avvieranno concretamente i colloqui e i confronti per stabilire quali saranno le priorità dell’esecutivo rispetto ai punti previsti dal contratto di governo, e un Salvini così “forte” e costantemente promosso dall’elettorato, potrebbe fare pressione sulle scelte finali, andando così a schiacciare l’altro vicepremier, generando magari dei malcontenti proprio tra i pentastellati.
Patrizia Gallina