Donald Trump continua a prendere le distanze dall’amministrazione Obama, e conferma la sua strategia politica anche in merito al penitenziario di Guantanamo, per il quale avrebbe previsto di confermarne l’attività almeno per altri 25 anni, mentre il suo predecessore con una direttiva aveva manifestato la sua volontà di chiuderlo. La rivelazione è stata fatta dall’ammiraglio John Ring, responsabile della struttura di detenzione, durante la visita annuale dei giornalisti autorizzata dall’esercito americano.
L’attuale presidente statunitense non ha mai nascosto di essere contrario alla chiusura del carcere cubano, affermando in diverse occasioni che in passato sono stati liberati diversi terroristi “stupidamente”, consentendogli di fatto di armarsi nuovamente, e il caso più eclatante è quello di Al-Baghdadi, leader dell’Isis. Del resto, da quando il magnate di New York si è insediato alla Casa Bianca, da Guantanamo è stato rilasciato soltanto un detenuto nel mese di maggio, immediatamente consegnato all’Arabia Saudita affinché scontasse altri 9 dei 13 anni previsti da una condanna precedente per una serie di reati commessi in occasione di un attacco ad una petrolifera francese.
Ricordiamo che il carcere è diventato operativo a partire dal 2001 sotto l’amministrazione Bush, in seguito all’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre. Negli anni, però, proprio la struttura detentiva situata a Cuba è finita al centro delle polemiche sia per una serie di torture perpetrate ai danni dei prigionieri, sia perché considerata come una delle realtà su cui i jihadisti fonderebbero gran parte della loro propaganda e della campagna di reclutamento di nuovi seguaci. Anche l’Europa ha spesso manifestato le sue perplessità nei confronti del carcere, denunciandone condizioni eccessivamente proibitive di detenzione e interrogatori svolti con metodi che richiamerebbero le torture.
E così, mentre Barack Obama nel 2009 aveva annunciato la prossima chiusura di Guantanamo, ora Donald Trump non solo ha cancellato il provvedimento del suo predecessore, ma ha anche rincarato la dose, facendo sapere di essere pronto a rinchiudere nella struttura altri terroristi. L’ammiraglio Ring, parlando con i giornalisti, è stato piuttosto chiaro nel dire che dal Pentagono è arrivato un promemoria che riporta che il “programma deve restare aperto”, e che dovrà essere così almeno per altri 25 anni.
Ricordiamo infine che, dal momento dell’apertura, a Guantanamo sono giunti in questi anni circa 780 detenuti, e che si trattava soprattutto di persone che avrebbero avuto dei legami con i talebani o con Al-Qaeda. Nello stesso tempo, sia sotto la presidenza Bush che Obama, molti prigionieri sono stati rilasciati e nel carcere non ne sono giunti di nuovi dal 2008. Dunque, al momento ce ne sarebbero ancora una quarantina, alcuni dei quali non sarebbero mai stati raggiunti da incriminazioni ufficiali, ma sarebbero sospettati di essere pericolosi per la comunità.
La comunicazione dell’ammiraglio John Ring sulla decisione di Trump di non chiudere più a breve termine il penitenziario, è giunta a pochi giorni dalle elezioni di midterm – che si terranno il 6 novembre – e non è da escludere che questa vicenda possa influire sul risultato finale.
Patrizia Gallina