L’assemblea generale della Cei ha deciso: cambiano sia il “Padre Nostro” che il “Gloria”. Al termine dei lavori di traduzione italiana della terza edizione del Messale Romano, durati circa 16 anni, la Conferenza Episcopale Italiana ha comunicato ufficialmente che sono state apportate delle modifiche al testo al fine di un miglioramento in ambito “teologico, pastorale e stilistico”.
Inoltre le novità introdotte nella Presentazione del Messale serviranno non solo ad una migliore e più efficace comprensione da parte dei fedeli, ma anche ad appoggiare, nel complesso, la pastorale liturgica. La revisione del Messale Romano nei prossimi giorni sarà sottoposta al controllo e a tutti i provvedimenti di competenza della Santa Sede, dopodiché diventerà ufficiale la nuova versione del “Padre Nostro” che, come indicato più volte da Papa Francesco, vedrà cambiare il verso “Non ci indurre in tentazione” (che lasciava erroneamente intendere che Dio potesse “tentare” l’uomo) in “Non abbandonarci alla tentazione”. Al contempo, anche nel “Gloria” non si reciterà più “Pace in Terra agli uomini di buona volontà”, ma “Pace in Terra agli uomini, amati dal Signore” che abbraccia e accoglie in sé l’intera comunità cattolica.
I vescovi hanno lavorato all’introduzione di questi cambiamenti per certi versi epocali, al fine di favorire un certo rinnovamento della comunità ecclesiale avviato dalla riforma liturgica. Proprio per questo motivo, durante le riunioni dell’assemblea generale della Cei, è stato ribadito più volte che ancor di più sarà necessario mettere da parte “ogni protagonismo individuale” e qualsiasi forma di ritualità fredda o tendente a mettere in risalto prettamente l’aspetto estetico, favorendo invece una liturgia che coinvolga sempre di più i fedeli nel momento in cui si rivolgono al Signore.
La Conferenza Episcopale Italiana, oltre alla nuova traduzione di “Padre Nostro” e “Gloria” nella terza edizione del Messale Romano, si è anche soffermata con una certa attenzione sulla lotta alla piaga della pedofilia. A tal proposito, è stato annunciato che la sezione della Cei dedita alla tutela dei minori e degli adulti vulnerabili è pronta a varare delle linee guida volte a favorire la trasparenza, ma anche e soprattutto la “comunicazione” affinché si diano risposte pronte e ferme alle “domande di informazioni”.
Dopo aver presentato le sue proposte alla Commissione per la Tutela dei minori del Vaticano e alla Congregazione per la dottrina della fede, il dipartimento preposto sottoporrà il regolamento al vaglio e all’eventuale approvazione da parte del Consiglio permanente, al fine di presentarlo ufficialmente alla prossima Assemblea generale. Fatto ciò, la Chiesa punterà a far conoscere queste nuove disposizioni anche a tutta la comunità cattolica, portandole e divulgandole lungo il territorio durante gli incontri delle Conferenze episcopali regionali per garantire l’affermazione di una “mentalità nuova”.
Fra le proposte già avallate dai vescovi in materia di lotta alla pedofilia, ce ne sono due piuttosto rilevanti. La prima prevede l’istituzione presso la Cei di un Servizio nazionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili che avrà uno Statuto autonomo e ben delineato, che si occuperà di guidare le realtà diocesane a lanciare attività di formazione e prevenzione. Allo stesso tempo, quest’organo avrà la possibilità di affiancare le diocesi nei “procedimenti processuali canonici e civili”. Infine, la seconda approvazione concerne le Conferenze episcopali regionali e consiste in un’attività di individuazione, tramite le varie diocesi, di una serie di referenti per introdurre alcuni percorsi di formazione a livello regionale o interregionale, dietro collaborazione del Centro per la tutela dei minori dell’Università Gregoriana.
Patrizia Gallina