Alla morte saluta la compagna. Scandalo a Venezia: lui era un vescovo

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Don Raphael e Lucia

Venezia – A svelare i sotterfugi portati avanti per ben 27 anni è stata lei: l’amante di un’intera vita, che un vescovo ha salutato dagli Stati Uniti poco prima di lasciare questo mondo. Si tratta di Don Raphael Andonian, ecclesiastico armeno dalla lunga carriera, che ha intrattenuto in segreto una lunga relazione con la poetessa erotica e pittrice veneziana Lucia Lucchesino. Salutata dall’amore di una vita, la donna ha deciso di raccontare tutto sulla loro relazione, subito dopo la morte di lui, più vecchio di lei di quasi 30 anni.

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Il primo incontro avvenne negli anni ’90, quando il vescovo era direttore del collegio “Ca’ Zenobio” a Venezia: fu durante una cena tra amici che scattò il “colpo di fulmine“, così come l’ha raccontato Lucia Lucchesino. I due intrattennero incontri segreti per consumare la propria passione, ma non fu mai possibile, soprattutto per Don Raphael, uscire allo scoperto e vivere la propria relazione in libertà. Del resto, egli teneva alla propria carriera ecclesiastica e scelse di continuare in segreto il rapporto con la pittrice, piuttosto che spogliarsi delle vesti di vescovo (come sarebbe stato anche accettabile fare).

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In quegli anni, lei aveva appena pubblicato il suo primo libro e lui era impegnato da un importante incarico, dopo il quale il vescovo fu inviato a Boston. Tuttavia, anche nella lontananza i due continuarono ad amarsi: giunto alla fine di una lunga vita, il vescovo armeno ha preferito salutare l’amata un’ultima volta con una telefonata. E’ stato proprio durante quella conversazione che l’uomo le ha chiesto di raccontare ai media la loro storia, rimasta nell’ombra per ben 27 anni, nei quali la pittrice si sposa, mette su famiglia e continua ad incontrare di nascosto Don Raphael Andonian.

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Lucia Lucchesino ha raccontato le vicende durate ben 27 anni al Gazzettino, volendo esaudire l’ultimo desiderio dell’amato. Lui, che definiva il loro rapporto “divino e soprannaturale”, l’ha incontrata per l’ultima volta soltanto una volta deposto in una bara. Al funerale, la donna ha dovuto essere separata dal corpo del vescovo con l’intervento dei presenti, mentre gridava che Dio aveva sbagliato a prendere l’anima di lui: “Doveva prendere me”. I due si amarono di un amore puro ed inconfessabile, non c’è dubbio, ma era davvero necessario portare avanti una maschera per una vita intera, ferendo terze parti colpevoli di nulla e gettando nuovamente fango su un’organizzazione religiosa già stremata?