Solo supposizioni, al momento, sulla data misteriosa che porta nuovi interrogativi nelle indagini sul caso di Yara: dagli interrogatori è emerso il 20 novembre 2010, un giorno che deve avere importanza per Bossetti. Forse una ricorrenza, un significato particolare che solo lui conosce, ma forse solo una coincidenza: corrisponde ad esattamente 6 giorni prima della sparizione di Yara Gambirasio e, per coincidenza, anche alla giornata mondiale per i diritti dell’infanzia. “Quel giorno è un mistero nel mistero, sul quale non si può non chiedere conto”, hanno dichiarato gli inquirenti, “Se il 20 novembre è importante o no, lo può dire solo Bossetti.”
LEGGI ANCHE: Yara, Bossetti sotto torchio per tre ore dai pm: “Non l’ho uccisa io”
Però lui, il presunto omicida della ginnasta 13enne scomparsa ormai 3 anni fa, continua a negare e la stessa domanda sul valore che il 20 novembre 2010 potrebbe avere per il sospettato è stata fatta anche a parenti e conoscenti. I riscontri coincidono: è sovrano il “Non mi dice nulla” di Bossetti, la stessa vaga risposta che lo ha portato a contraddirsi e smentire le proprie parole man mano che le indagini hanno dato forma ai giorni antecedenti la sparizione di Yara. Gli interrogatori si sono rivelati poco utili per svelare quanto celato dall’uomo nei vuoti che gli investigatori cercano colmare con le indagini.
LEGGI ANCHE: Yara, perizia su dna: “Nessun errore, la ginnasta lottò con Bossetti”
Dopo le prove costituite dalle analisi del dna trovato sul corpo di Yara, ulteriori prove potrebbero portare all’archiviazione del caso. La settimana prossima avranno inizio nuove verifiche della scientifica: esattamente il 23 luglio saranno poste in analisi le tracce repertate sull’auto e sul furgone di Bossetti. Gli esami in questione saranno tenuti “in contraddittorio”, ovvero saranno presenziati da entrambe le parti: Sarah Gino per la difesa del presunto omicida e Giorgio Portera a nome della famiglia Gambirasio.