WASHINGTON – Il giorno del tredicesimo anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle, Barack Obama ha presentato in diretta televisiva il piano antiterrorismo degli Stati Uniti: “L’obiettivo è chiaro: indebolire e distruggere l’Isis con una strategia antiterrorismo articolata e prolungata”. Già nel suo discorso di ieri, le parole del presidente Usa sono state dure: “L’Is non è l’Islam ma una organizzazione terroristica vera e propria: se non lo combattiamo può diventare una minaccia anche per gli Usa. Per questo li combatteremo con forza e risolutezza. Nessuna religione giustifica le barbarie e l’uccisione di innocenti”.
Barack Obama sottolinea la centralità degli Stati Uniti all’interno delle relazioni internazionali: “Solo l’America ha la capacità e la volontà di mobilitare il mondo contro i terroristi. Gli americani hanno la responsabilità di esercitare la leadership”. Obama coglie anche l’occasione per ricordare il ruolo decisivo svolto dagli Usa in questi mesi: “E’ l’America che ha unito il mondo contro l’aggressione russa e in sostegno del popolo ucraino. E’ l’America con i nostri scienziati, dottori e know-how che aiuta a contenere e curare l’epidemia di Ebola“.
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IL PIANO DI OBAMA – L’intenzione di Barack Obama non è quella di mandare truppe militari via terra, bensì raid aerei sui territori del Medio Oriente ed in particolare in Siria. Inoltre, gli Stati Uniti intendono rafforzare i consiglieri militari americani in Iraq, con lo scopo di “consigliare e assistere le forze di sicurezza irachene per aiutarle ad andare all’attacco contro l’Is, di condurre attività di intelligence, voli di sorveglianza e ricognizione per aumentare la capacità Usa di colpire l’Isis e coordinare le attività dei militari americani in Iraq”. Pertanto, il presidente Usa ha chiesto al Congresso di pronunciarsi su tali richieste.
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SI’ DALLA COALIZIONE ARABA, NO DELLA RUSSIA – Non si sono fatte attendere le reazioni da tutto il mondo: ha subito dato il suo appoggio al progetto degli Stati Uniti una maxi-coalizione araba per combattere l’Isis in Iraq e Siria, composta da Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi, Kuwait, Qatar, Oman, Egitto, Iraq, Giordania e Libano. Del tutto opposto il pensiero di Alexander Lukashevich, ministro degli esteri russo: “Quello americano è un atto di aggressione e una flagrante violazione del diritto internazionale. E’ essenziale combattere questo male nella totale osservanza della prassi del diritto internazionale, con il pieno rispetto dell’integrità territoriale della Siria e Iraq”.