Il vaccino per l’Ebola non arriverà in tempo per essere usato su larga scala durante l’epidemia in corso. La notizia arriva direttamente dalla Gsk, società che sta sviluppando il siero: “Occorre acquisire l’abilità di produrlo su larga scala e saremo in grado di farlo solo nel 2016”, lo ha affermato alla Bbc Ripley Ballou, capo della divisione vaccini.
Al momento, infatti, stanno effettuando test di fase 1 su volontari sani negli Usa, Inghilterra ed alcuni paesi africani. “Poi ci vorrà un po’ di tempo per elaborare i dati e capire qual è la dose efficace e quanto dura l’effetto protettivo e allo stesso tempo bisognerà acquisire l’abilità di produrlo su larga scala. Saremo in grado di farlo solo nel 2016, quando sarà troppo tardi per intervenire su questa epidemia. Il lavoro però aiuterà ad evitare le prossime”.
LEGGI ANCHE: Ebola, altro infermiere contagiato in Texas. Obama lancia l’allarme
TEMPI PER IL VACCINO – La possibilità di accelerare lo sviluppo del vaccino era stata affrontata dall’Oms e dalla Gsk già a partire dallo scorso marzo, da quando c’è stato l’inizio dell’epidemia. “Ma abbiamo convenuto di non farlo, all’epoca nessuno poteva immaginare che sarebbe stato necessario un vaccino – afferma l’esperto -. Certo, ripensandoci ora avremmo potuto ‘premere quel grilletto’ prima”. Il vaccino Gsk rappresenta uno dei più promettenti, insieme a sei possibili terapie. Tra queste si trova un farmaco prodotto da Chimerix, che ha già terminato la fase 1 ed ora l’azienda ha annunciato di aver ottenuto il via libera per procedere alla fase 2.
PRODUZIONE DI ZMAPP – Il presidente Obama, insieme alla sua amministrazione, avrebbe ordinato di produrre su vasta scala il siero ZMapp, la cura che è rivelata più efficace sugli ammalati. Tale siero è stato dato ai missionari americani Kent Brantly e Nancy Writebol che sono guariti dopo aver contratto il virus in Liberia.
LEGGI ANCHE: Ebola, rapporti sessuali a rischio: “Contagio fino a due mesi dalla guarigione”
BARROSO: POSSIBILE CATASTROFE UMANITARIA – “L’Ebola può diventare una catastrofe umanitaria di grandissime dimensioni”, lo ha detto il presidente della commissione europea Josè Manuel Barroso in una conferenza a Milano. “Ebola non è solo un problema dei paesi africani che stanno soffrendo molto per il virus e l’epidemia potrebbe divenire una catastrofe umanitaria. È responsabilità di tutta la comunità internazionale”.
NEGATIVI I SOSPETTI IN FRANCIA E SPAGNA – La donna ricoverata a Parigi era entrato in contatto con un’operatrice sanitaria. Aveva una prolungata febbre alta ed ha contattato l’ospedale e, fortunatamente, i test per l’ebola sono risultati negativi. Anche nei quattro pazienti ricoverati in Spagna non è stata trovata traccia del virus Ebola.
LEGGI ANCHE: Ebola, possibile rinvio della Coppa d’Africa. L’Onu: “Mai visto niente di simile”
ALLARMI NEGLI USA – Intanto si moltiplicano gli allarmi negli Stati Uniti: un ricercatore della Yale è stato ricoverato ieri sera, due scuole sono state chiuse visto che un membro del personale si trovava sull’aereo dell’infermiera di Dallas risultata infetta. Una sequenza di eventi che ha mandato su tutte le furie il presidente Obama.