Potrebbe arrivare presto il primo robot che aiuta a risolvere la disfunzione del pene. Si tratta, in sostanza, di una protesi robotica dell’organo sessuale maschile che fa parte di uno dei progetti della Scuola Sant’Anna di Pisa presentati agli investitori in occasione del corso High-tech business venturing. Gli autori del progetto spiegato che “attraverso l’integrazione di un meccanismo di erezione, attivato in modo naturale, questa protesi robotica potrebbe essere accolta senza problemi dai pazienti e la sua tecnologia potrebbe rivelarsi dominante nel campo del trapianto del pene”.
Già i ricercatori del “Wake Forest Institute for Regenerative Medicine” in California stavano portando avanti uno studio per impiantare sull’uomo organi genitali coltivati in laboratorio. In particolare, il Dottor Anthony Atala ha cominciato a dedicarsi a questo progetto nel 1992 e ha dichiarato: “Immaginate che il pene sia un palazzo, se togliete i mobili e la gente, la struttura principale è sempre la stessa, cambiate i locatari con i nuovi, ecco, per il pene è la stessa cosa, con le cellule della persone che deve subire il trapianto”.
Oltre a questo progetto la Scuola Sant’Anna ha illustrato anche altre idee che potrebbero diventare imprese ad alta tecnologia: a partire dall’estrazione del petrolio ispirata alle radici delle piante, a nuove protesi per la mano fino al sistema che verifica in tempo reale se il cibo è ben conservato. Tutti questi progetti sono stati presentati da Andrea Piccaluga, docente di economia e delegato del rettore. In particolare, il progetto relativo alla protesi robotica del pene ha l’obiettivo di creare una tecnologia che possa rivelarsi dominante nel prossimo futuro per il trapianto dell’organo maschile.