Contemplato tra le tipologie di tumore più diffuse e pericolose, come quello al colon-retto, il cancro al polmone è una patologia che interessa particolarmente i forti fumatori e gli ex fumatori con età superiore ai 50 anni, dove si concentra il maggior numero di diagnosi e decessi. Grazie ad un nuovo studio coordinato dalla Fondazione Umberto Veronesi, in collaborazione con l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e la Fondazione Monzino, da oggi c’è un nuovo alleato per contrastare questa letale malattia, un test non invasivo chiamato “mir-Test” che permette di effettuare una diagnosi precoce attraverso semplici analisi del sangue.
Il test, presentato ieri nella sala conferenze dello IEO (Istituto Europeo di Oncologia) alla presenza dello stesso Veronesi, è stato sviluppato dall’equipe di ricercatori del professor Pier Paolo Di Fiore, e si basa sul rilevamento dei cosiddetti marker tumorali genetici contenuti nel micro RNA, dal quale deriva il nome di questo particolare esame. Lo studio, condotto in seno al progetto Cosmos avviato nel 2000, ha coinvolto 1.115 fumatori ed ex fumatori con più di 50 anni di età, e nei 48 pazienti ove è stata evidenziata la firma molecolare nel micro RNA, è emersa la presenza del cancro.
Tra i benefici del mir-Test, oltre a quello della diagnosi precoce, vi è anche il notevole abbattimento dei costi, la riduzione delle liste d’attesa e la possibilità di evitare esami invasivi. I pazienti positivi al test, infatti, vengono indirizzati alle cosiddette Tac a basse dosi per un approfondimento, mentre chi è negativo può tranquillamente evitare ulteriori accertamenti sino alle analisi successive, come ha sottolineato il professor Di Fiore, direttore del reparto di Medicina Molecolare. Gli ha fatto eco il dottor Fabrizio Bianchi, responsabile del Laboratorio di Genomica e Bioinformatica dello IEO: “Se oggi ci vogliono 10mila esami Tac per diagnosticare 100 tumori, domani, facendo prima il mir-Test, saranno sufficienti 3108 esami Tac, sulle sole persone positive al mir-Test, per avere lo stesso numero di diagnosi precoci”.