MERANO – I carabinieri del Ros hanno scoperto una cellula di jihadisti parte di una rete internazionale a Merano, in provincia di Bolzano. Il centro di reclutamento si trova in via Mainardo 66, nel centro storico della cittadina termale, a pochi passi dal famoso Kursaal in stile liberty. Questa mattina le forze dell’ordine sono entrate in un appartamento al primo piano e hanno catturato Eldin Hodza, kosovaro, che nel 2014 è stato addestrato dall’Isis, per poi rientrare in Italia.
Nella vecchia palazzina abitano per la più immigrati. “Vivo qui da 54 anni”, racconta la signora Linda, un’anziana energica e piena di vita. “Questa mattina ero fuori casa per fare volontariato, ma mi hanno raccontato dell’arresto. E’ veramente incredibile”, aggiunge. La signora ha dichiarato, inoltre, che nella palazzina si vedono continuamente delle facce nuove, ma lei ha sempre salutato tutti e non ha mai avuto problemi. Secondo gli inquirenti, è proprio dentro questo appartamento che gli aspiranti jihadisti si incontravano. Hodza risulta essere un allievo di Abdul Rahman Nauroz, il relatore dell’organizzazione che viveva a Merano, ma ora in carcere per altri reati.
Uno degli obiettivi della rete era di instaurare un stato islamico all’interno del Kurdistan. Il kosovaro è sospettato di aver partecipato ad alcune azioni terroristiche dei jihadisti in Siria, prima di fare il suo ritorno a Merano. L’irruzione nella palazzina da parte dei Ros è stata fulminante. Tra gli altri inquilini nessuno ha voluto rispondere alle domande dei cronisti, uscendo e entrano a testa bassa. “Ho notato una berlina bianca senza lampeggiante fermarsi sotto casa. Poi improvvisamente dal portone sono sbucati alcuni carabinieri con il passamontagna, che hanno portato via un uomo con una lunga barba, l’hanno caricato sulla macchina che è sfrecciata via”, racconta la proprietaria di un negozio.
L’operazione del Raggruppamento operativo speciale dell’Arma ha anche riguardato due ex hotel, successivamente convertiti in residence per lavoratori stagionali e operai. Il comandante provinciale dei carabinieri, Stefano Paolucci ha spiegato che gli arresti sono avvenuti in tutta sicurezza. Alcuni carabinieri si sono entrati senza colpi d’arma da fuoco e senza particolare resistenza da parte degli arrestati. Il colonnello ha affermato che gli stranieri finiti in manette conducevano una vita regolare.