Pino Maniaci è da sempre visto dai giovani come una fonte di speranza. E la speranza a cui i giovani si aggrappano è quella che qualcosa nella nostra società possa cambiare, che la mafia, prima o poi, sia debellata. I giovani sperano che la Sicilia possa essere finalmente “Libera“, come il nome dell’associazione nata nel 1995 con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia. Pino Maniaci rappresentava tutto questo, o almeno era quello che voleva far credere. Direttore della nota emittente televisiva “Telejato” con sede a Partinico (PA), era noto principalmente in tutta Italia per le sue campagne contro Cosa Nostra tanto da accaparrarsi la stima di moltissime persone.
Ma chi è veramente Pino Maniaci? Da qualche giorno è questa la domanda che si fanno i suoi numerosi sostenitori e seguaci. Infatti pare che il simbolo dell’antimafia sia solo un bugiardo con manie di grandezza e a dare peso a tale supposizione vi sono alcune intercettazioni telefoniche.
Qualche tempo fa il giornalista aveva denunciato di essere stato vittima di violenti atti intimidatori: Pino Maniaci aveva accusato la mafia di aver impiccato i suoi cani per vendetta e di aver dato fuoco alla sua auto. L’accaduto aveva attirato l’interesse dei mass media a livello nazionale. Non solo, il giornalista era stato contattato e sostenuto da migliaia di persone, persino il Premier lo aveva chiamato. Le intercettazioni disposte dalla Procura di Palermo, però, dimostrerebbero un’altra realtà: le intimidazioni le avrebbe fatte il marito dell’amante di Maniaci e lui ne era ben a conoscenza. Ai giornali e in Tv, invece, dichiarava: “E’ stata la mafia a minacciarmi!”.
Le registrazioni delle chiamate del giornalista mostrerebbero anche altre scomode verità: Pino Maniaci estorceva denaro ai sindaci di Partinico e Borgetto dai quali avrebbe preteso soldi per evitare di mandare in onda alcuni servizi televisivi “compromettenti”. Chiedeva anche dei favori, aveva infatti trovato un lavoro all’amante facendole vincere un concorso. A lei rivolgeva a telefono queste parole: “Quello che non hai capito tu è la potenza… Tu non hai capito la potenza di Pino Maniaci. Stai tranquilla che il concorso te lo faccio vincere!”. Ad un’amica, invece, dichiarava durante una chiamata: “Ormai tutti e dico tutti si cacano se li sputtano in televisione!”.
Maniaci aveva anche vinto un premio antimafia e si vantava affermando: “A me mi hanno invitato dall’altra parte del mondo per andare a prendere il premio internazionale del cazzo di eroe dei nostri tempi, appena intitolato l’oscar di eroe dei nostri temi.” Commentando la chiamata ricevuta per solidarietà dal presidente del Consiglio dice: “Ora tutti, tutti in fibrillazione sono, pensa che mi ha telefonato quello stronzo di Renzi!”.
“C’è il sindaco che mi vuole parlare”, diceva ancora all’amante, “per ora lo attacco perché gli ho detto che se non si mette le corna a posto lo mando a casa, hai capito? A natale non ti ci faccio arrivare, che te ne vai a casa e non ci scassi più la minchia”. Poi aggiunge: “Mi voglio fare dare 100 euro così domani te ne vai a Palermo tranquilla”.
Secondo il procurato Francesco Lo Voi, queste conversazioni non lasciano alcun dubbio, così Maniaci è adesso indagato per estorsione e al momento non può risiedere nelle province di Palermo e Trapani. Nei giorni scorsi, il giornalista si è difeso sostenendo di essere vittima di un complotto dei pm di Palermo.
L’indagine su Maniaci è nata per caso, durante alcuni accertamenti dei carabinieri sulle amministrazioni comunali. Se questa triste faccenda è vera, Maniaci forse dovrebbe farsi un esame di conoscenza e chiedere scusa a tutti coloro che si sono fidati di lui ma soprattutto a chi ogni giorno, nell’anonimato, lotta davvero contro la mafia.