Il Journal of Paleontology ha descritto la ricerca di un dottorando dell’Università della Pennysilvania, il quale ha identificato il fossile di un cane di una specie sconosciuta sulla costa orientale del Nord America che, grazie ad analisi approfondite, è stato ricondotto a 12 milioni di anni fa, quindi nel periodo in cui, in quella zona, gli oceani erano popolati da megalodonti (grandi squali, oggi estinti). Il fossile è stato ritrovato nella regione delle Maryland’s Calvert Cliffs e tutt’ora è conservato presso la Smithsonian Institution.
Il nome dato alla specie rinvenuta è quello di Cynarctus wangi, animale di lunghezza 1-1, 3 metri, effettive misure del nostro moderno coyote. Grazie agli studi del dottorando, è stato scoperto che il Cynarctus wangi apparterrebbe alla ormai estinta famiglia dei Borophaginae, conosciuta volgarmente come “bone-crashing dogs” proprio per le loro potenti mandibole che avevano la capacità di sminuzzare le ossa: è stata infatti la dentatura del fossile a permettere il riconoscimento della specie.
Ciò che si è notato è che il modo in cui i denti superiori ed inferiori del cane si univano è differente rispetto a quello noto dei normali canidi borofagini, ed è stato questo a permettere la riconduzione ad una specie mai vista. Ma, nonostante la dentatura che permette straordinarie capacità, l’animale pare che non fosse esclusivamente carnivoro: solo un terzo della sua dieta sarebbe stata a base di carne, mentre per il resto si nutriva di insetti e piante, imitando la dieta degli orsi. La sua scomparsa potrebbe essere riconducibile al fatto che il Cynarctus wangi è stato, probabilmente, l’ultima specie della sua famiglia e avrebbe avuto a che fare con gli antenati di volpi, lupi e coyote.