Bologna choc: 18enne vendeva spinelli a scuola, il pusher era il padre

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Bologna. Una ragazzina di soli 18 anni è stata arrestata per spaccio di droga: un fenomeno non raro tra gli adolescenti, ma stavolta il fornitore era sua padre, 42enne, che si è preso la responsabilità per i 40 grammi di Hascisc già confezionati trovati dai Carabinieri in casa loro, durante la perquisizione che ha provato il coinvolgimento dell’uomo nello spaccio della figlia. L’indagine sulla 18enne ha avuto inizio quando, passando davanti ad un liceo bolognese, un agente in borghese accompagnato da un cane anti-droga ha notato che la ragazzina stava passando qualcosa a dei compagni: da questo particolare, che per alcuni sembrerebbe insignificante, il militare ha deciso di allertare una pattuglia in divisa che si trovava nei paraggi, all’arrivo della quale l’adolescente ha cercato di disfarsi di una dose di marijuana in un cassonetto, ma per lei lo stato di fermo è stato categorico. Anche alcuni tra i presenti hanno successivamente confermato di aver acquistato da lei uno spinello: il padre, al momento della verità, ha motivato il suo coinvolgimento nello spaccio con i propri timori che la figlia, nel desiderio di fumare marijuana, si rivolgesse ad un pusher; l’uomo ha comunque tenuto a spiegare che non aveva idea che la 18enne vendesse le dosi a scuola, ma pare che avesse l’intenzione di fornirgliele per uso esclusivamente personale.

Il pm che ha indagato sul caso, Antonello Gustapane, ha deciso per il 42enne il carcere, mentre per la 18enne sono stati disposti i domiciliari, in funzione della sua giovane età. E’ stato recentemente rivelato, per di più, che la sorveglianza degli istituti bolognesi fanno parte di un più ampio ed organizzato servizio di sorveglianza, organizzato dalla Compagnia Bologna Centro e dalla Procura, “al fine di impedire che gli studenti possano acquistare marijuana, addirittura prima dell’inizio delle lezioni”, come dichiarato dal portavoce della Procura, Valter Giovannini. Maggiore sicurezza, dunque, sia per gli studenti tutelati, sia per le loro famiglie e per il sistema scolastico, che non può effettivamente vigilare sulla condotta degli alunni al di fuori della propria struttura.