Ormai non lo si può più negare: l’Inter di Luciano Spalletti è in crisi. Se la sconfitta interna con l’Udinese era stata etichettata come un incidente di percorso per una formazione che fino a quel momento era imbattuta, e lo stop successivo era stato considerato come un primo, piccolo campanello d’allarme, la debacle in Coppa Italia con il Milan ha ufficialmente aperto la crisi della squadra nerazzurra. Il derby di mercoledì 27 dicembre contro i rossoneri ha messo in evidenza tutte le difficoltà attuali di Icardi e compagni, apparsi piuttosto inconcludenti, a tratti abulici e disorientati, a cospetto dei ragazzi di Gattuso che, nonostante una serie di problemi innegabili, hanno manifestato maggiore voglia di vincere, grinta e soprattutto una condizione fisica migliore. E così, dopo essere stato indicato come il vero “fuoriclasse” della super-Inter d’inizio stagione, ora qualcuno comincia a dubitare delle scelte di Spalletti, mentre anche la società finisce nel mirino dei tifosi, rea di aver messo a disposizione dell’allenatore un organico troppo ristretto e privo di riserve affidabili, in grado di far rifiatare i titolari.
Ma, scrutando tra i meandri del clamoroso passo indietro dell’Inter rispetto a poche settimane fa, emerge un dato inquietante che riguarda due dei giocatori di maggior talento della rosa: Ivan Perisic e Mauro Icardi. Era appena il 3 dicembre quando la compagine meneghina schiantava a San Siro il Chievo con una “manita” che portava proprio le firme del croato (alla prima tripletta in Serie A) e del capitano argentino (l’altro goal era stato segnato da Skriniar), e da allora sembra davvero passata un’eternità, soprattutto se guardiamo al rendimento della coppia d’attacco che in quel momento era tra le più prolifiche e implacabili d’Europa. Infatti, dopo quel rotondo 5-0, la Beneamata è riuscita a trafiggere i portieri avversari soltanto una volta in cinque partite, Coppa Italia compresa.
Se la mancanza di occasioni da goal contro la Juventus era stata considerata come una sorta di scelta tattica pur di non prestare il fianco agli attacchi bianconeri, guardando quanto accaduto successivamente, probabilmente quello è stato un primo segnale dello “spegnimento” delle due stelle nerazzurre. Soprattutto l’involuzione di Perisic lascia piuttosto perplessi, con il croato che fino a qualche settimana fa dominava in lungo e in largo sulla fascia di propria competenza, alternando assist per i compagni d’attacco ad efficaci ripiegamenti difensivi che rispecchiavano appieno i dettami di Spalletti. Contro il Milan, l’ex Wolfsburg ha toccato ben 66 palloni, ma nessuno di questi è risultato davvero decisivo per la sua squadra: ulteriore segno di una prestazione decisamente insufficiente rispetto al passato.
Mauro Icardi, che negli ultimi cinque match ha segnato una sola rete, sbagliando anche un calcio di rigore contro il Sassuolo, può essere considerato meno valutabile tatticamente rispetto a Perisic, poiché il centravanti sudamericano spesso tende ad isolarsi dal resto della squadra, salvo poi “ricomparire” alla prima occasione utile per segnare magari dei goal decisivi. Tuttavia, proprio questa sua grande dote sembra essere svanita nelle ultime settimane, mandando letteralmente in crisi il reparto offensivo interista che sta dimostrando di non avere alternative al suo capitano. Ricordiamo che fino ad oggi Icardi e Perisic hanno messo la firma su ben 24 marcature delle 34 totali dell’Inter, dunque sono stati dei veri e propri trascinatori, e non può essere solo un caso se, il loro calo di forma, ha coinciso con la mancanza di vittorie in casa nerazzurra.
Alla luce di quanto accaduto di recente e degli ultimi, deludenti numeri dell’esterno croato e del bomber argentino, si comincia ad imputare a Spalletti di non essere riuscito a dare un’identità alla sua formazione in questi mesi, permettendole di ovviare con un gioco ben definito e con una serie di automatismi a questo periodo di appannamento dei due fuoriclasse. Anzi, a questo punto si inizia a pensare che proprio le grandi prestazioni di Icardi e Perisic ad inizio stagione abbiano mascherato i reali limiti e difetti dell’Inter che ora, senza le loro giocate, sarebbero emersi in maniera inesorabile, costringendo la compagine milanese ad andare incontro alle tre sconfitte consecutive giunte nel giro di pochi giorni.
Patrizia Gallina