C’è aria di burrasca nella coalizione di Centrodestra. Dopo i risultati delle elezioni politiche del 4 marzo, come da accordi, l’intera alleanza aveva indicato in Matteo Salvini il candidato Premier ma, a quanto pare, le ultime mosse del leader leghista non starebbero affatto piacendo a Silvio Berlusconi, che sarebbe dunque pronto a limitarne l’azione, chiarendo ulteriormente le gerarchie interne. In queste ultime ore, infatti, si stanno intensificando i contatti tra il segretario del Carroccio e Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle per trovare un accordo circa le presidenze di Camera e Senato. Tuttavia, pare che i colloqui tra i due esponenti politici siano andati ben oltre, con Salvini che non avrebbe escluso a priori un’eventuale intesa con i grillini per formare una maggioranza in grado di governare il Paese che, nella peggiore delle ipotesi, dovrebbe portare all’approvazione di una nuova legge elettorale prima di tornare alle urne nel maggio del 2019. E proprio questi continui “ammiccamenti” con i pentastellati non starebbero piacendo al fondatore di Forza Italia, il quale avrebbe già fatto sapere di essere pronto a limitare le manovre del segretario della Lega, qualora non dovesse rispettare gli accordi presi con gli alleati del Centrodestra.
Nello specifico, Silvio Berlusconi avrebbe fatto sapere che, dopo gli esiti del voto del 4 marzo, visto il successo della Lega, Matteo Salvini avrebbe dovuto agire come candidato Premier per arrivare a costituire un’alleanza di governo, ma che ciò non avrebbe comportato una sua automatica “promozione” a leader ufficiale del Centrodestra. In realtà, in seguito all’ampio raggio di azione con cui il politico milanese si sta muovendo soprattutto verso il Movimento 5 Stelle, proprio Berlusconi avrebbe comunicato che Forza Italia non avrebbe alcuna intenzione di restare a guardare e di subire passivamente le decisioni del segretario del Carroccio. Dunque, se la presidenza del Senato dovesse andare ad un rappresentante leghista, di conseguenza Salvini non sarebbe più il candidato Premier per la coalizione “azzurra”, che a quel punto sarebbe legittimata a puntare su un altro nome.
Silvio Berlusconi, infatti, teme che se da un lato Salvini continui a rassicurare tutti sulla sua “fedeltà” al Centrodestra, dall’altro invece starebbe lavorando per arrivare ad un’intesa di governo con M5S che, qualora si dovesse realmente verificare, porterebbe ad un’ampia scissione all’interno della coalizione. E così il leader di Forza Italia avrebbe già comunicato che, qualora dalla Lega non si dovessero rispettare gli accordi pre-elettorali, potrebbero anche venire a cadere tutte le giunte regionali con maggioranza di Centrodestra. Nello specifico, sarebbero a rischio la Lombardia e la Liguria, mentre in Veneto Luca Zaia non avrebbe alcuna difficoltà nel continuare a guidare la Regione, tenendo conto della forte maggioranza leghista.
Il “Cavaliere”, a tal proposito, avrebbe manifestato le sue preoccupazioni e le sue chiare intenzioni nel corso di una telefonata con Roberto Maroni. Quest’ultimo, intervenuto al programma “Mezz’ora” di Lucia Annunziata, ci ha tenuto a ribadire in più di un’occasione l’impossibilità di un governo formato da Lega e Movimento 5 Stelle, con dichiarazioni di chiusura che, però, sembrano contrastare con le ultime affermazioni di Matteo Salvini. L’ex presidente della Regione Lombardia ha spiegato che, al momento, appoggerebbe in pieno l’ipotesi di un governo dalle larghe intese volto principalmente a cambiare la legge elettorale prima di un ritorno alle urne il prossimo anno, confermando come Berlusconi teme che il leader della Lega possa oscurare eccessivamente Forza Italia che, comunque, resta fondamentale per tenere unito il Centrodestra. Maroni, dunque, ha lasciato chiaramente intendere di essere pienamente d’accordo con la linea seguita dall’imprenditore milanese, aprendo qualche piccola crepa interna alla Lega sull’atteggiamento da tenere nell’alleanza politica “azzurra”.
Patrizia Gallina