Theodor Mommsen lo ha definito “il più grande generale dell’antichità”. Annibale Barca, condottiero cartaginese protagonista della Seconda Guerra Punica, durante la quale con le sue vittorie (memorabile quella di Canne, 216 a.C.) fece tremare l’Impero di Roma, almeno fino a quando non fu sconfitto a Zama (202 a.C.), presto dovrebbe “tornare a casa”. La Tunisia, infatti, ha comunicato la sua intenzione di costruire un mausoleo dedicato al suo eroe, simbolo della lotta all’imperialismo romano.
Un omaggio che Tunisi vorrebbe completare recuperando una volta per tutte i resti del suo valoroso generale, anche se ancora oggi ci sono molti punti oscuri in merito al luogo in cui si trova la sepoltura del condottiero. Infatti, secondo alcuni storici, Annibale dovrebbe essere stato sepolto in Turchia, in un monumento nei pressi della città di Gezbe, voluto dall’imperatore Settimio Severo, ma poi abbandonato a se stesso in seguito alla noncuranza del governo di Ankara. Tuttavia, c’è anche un’altro filone di ricerca, secondo cui in realtà le spoglie del generale cartaginese sarebbero già tornate in patria intorno agli anni ’60, ma nonostante ciò se ne sarebbero perse le tracce. Era quello il periodo delle grandi celebrazioni che culminarono poi con la cerimonia del 1985, quando il sindaco di Roma Ugo Vetere firmò, insieme all’omologo Chedli Klibi, una sorta di accordo di pace come simbolica conclusione delle guerre puniche.
La figura di Annibale non solo ha ispirato numerosi studi e ricerche storiografiche, ma anche nell’immaginario collettivo è una delle più amate di sempre, circostanza che rende, di fatto, imperitura la sua memoria. Addirittura negli Stati Uniti ci sono ben quattro città dedicate a lui, mentre lo studioso Yozan D. Mozig è riuscito a raccogliere una bibliografia comprendente addirittura 11mila volumi.
Su tutti, inevitabilmente, è la Tunisia a considerare il generale cartaginese un autentico eroe, grazie anche a Habib Bourghiba, primo presidente del Paese nordafricano che aveva una sorta di adorazione per il personaggio storico, ordinando la realizzazione di un busto con la sua immagine da esporre nella Sala del Consiglio del palazzo presidenziale. Qualche anno dopo si recò in Turchia nel luogo dove probabilmente venne fatto erigere il monumento dedicato ad Annibale e, simbolicamente, vi raccolse un pugno di terra per riportarlo in patria.
In varie occasioni la questione relativa ai resti del generale vincitore della battaglia di Canne è stata risollevata in Tunisia, e a tale scopo è stata fondata anche un’organizzazione, il Club Hannibal, che però non ha mai avuto modo di rendere effettivo il suo obiettivo. E proprio di recente si è riacceso l’interesse intorno a questa grande figura storica, quando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto donare al collega di Tunisi, Beji Caid Essebsi, una copia del suggestivo busto del condottiero conservata nel museo di Napoli. E prossimamente verrà anche allestita, nel Colosseo, una grande mostra che esporrà numerosi reperti, e chissà che in quell’occasione non emergano ulteriori novità sia sul mistero della sepoltura di Annibale Barca che sulla realizzazione del mausoleo in suo onore in Tunisia.
Patrizia Gallina