L’hanno già ribattezzata la “nave di Ulisse”, poiché ricorda molto da vicino l’imbarcazione dell’eroe omerico raffigurata su un vaso antico. In effetti, stando alle prime ricerche effettuate dagli studiosi, il relitto ritrovato di recente sui fondali del Mar Nero risalirebbe a circa 2.400 anni fa, in piena epoca classica, e si tratta indubbiamente di una scoperta di enorme portata, anche e soprattutto perché il natante risulta essere pressoché intatto.
L’imbarcazione è stata individuata da un team di archeologi coordinato dal britannico Joe Adams, impegnato nel ben più ampio progetto di ricerca sottomarino “Black Sea Maritime Archaeology Project”. Gli studiosi ritengono che possa trattarsi della nave più antica del mondo, ma naturalmente per evitare di arrivare a delle conclusioni affrettate, sarà necessario attendere i risultati degli ulteriori lavori di approfondimento e analisi che verranno effettuati sull’importante reperto storico. Ad oggi si può dire che la nave ha una lunghezza di circa 23 metri, e che per le sue caratteristiche veniva utilizzata principalmente per le attività commerciali nella Grecia classica.
I ricercatori, quando si sono imbattuti nella “nave di Ulisse”, sono rimasti piacevolmente sorpresi nel notare come l’antico relitto non sia stato praticamente danneggiato dal trascorrere del tempo: infatti è ancora dotato di timone, albero e addirittura delle postazioni destinate agli addetti ai remi. Siccome la nave si trova a circa 2.000 metri di profondità, gli scienziati ritengono che proprio questa particolare condizione abbia consentito l’eccezionale stato di conversazione del natante, poiché in questi ambienti vi è mancanza di ossigeno, ma anche perché, siccome il Mar Nero è di fatto un bacino chiuso e preistorico, ciò ha consentito maggiormente alla preziosa testimonianza storica di non usurarsi né di danneggiarsi eccessivamente.
Il professor Adams, intervistato da “The Guardian”, non ha nascosto la sua soddisfazione nell’essersi reso protagonista di quest’importante ritrovamento, dicendo che non avrebbe mai potuto immaginare che un giorno sarebbe riemersa dagli abissi una nave intatta risalente all’epoca classica. Lo studioso, inoltre, ci ha tenuto a sottolineare la grande importanza di questa scoperta, che permetterà di avere una comprensione molto più chiara delle “attività di cantieristica e della marineria del mondo antico”.
Per avere una prima datazione del relitto è stato approntato un test al carbonio 14, di cui si sono occupati gli esperti dell’Università di Southampton, ai quali sono state consegnate delle piccole parti della nave riportate alla luce del sole dagli abissi. E proprio gli studiosi britannici hanno affermato che si tratta di un reperto storico risalente a ben 2.400 anni fa. Quest’indicazione – come abbiamo accennato in precedenza – ha trovato un’altra inattesa conferma da un disegno che campeggia su un vaso di epoca classica, conservato presso il British Museum.
Viene definito “Siren Vasè” e raffigura un’imbarcazione che, in effetti, ha una sagoma che ricorda molto quella del natante scoperto sui fondali del Mar Nero. Siccome il soggetto della composizione decorativa richiama l’incontro di Odisseo con le Sirene narrato nel poema epico di Omero, allora si è ben pensato di chiamare “nave di Ulisse” il relitto da poco rinvenuto dagli studiosi. Adams, nelle dichiarazioni rilasciate a “The Guardian”, ha provveduto a spegnere i facili entusiasmi in merito ad un’operazione per riportare in superficie il prezioso reperto storico, perché si rischierebbe di danneggiare pesantemente e in maniera irreversibile un “tesoro” che fino ad ora è stato conservato praticamente intatto dagli abissi del Mar Nero.
Patrizia Gallina