Federico Ciontoli ci ha tenuto a far sapere che la giustizia non ha vinto ieri 3 maggio 2021 con la sentenza definitiva sull’omicidio di Marco Vannini. Il ragazzo di soli 19 anni fu ucciso con un colpo d’arma da fuoco mentre era a casa della fidanzata Martina. A far partire il colpo il padre della ragazza, Antonio Ciontoli. All’inizio l’uomo disse che la pistola gli era scivolata, poi confessò di aver sparato per gioco convinto che l’arma non fosse carica. Ad influire sulla morte del ragazzo il ritardo nel chiamare i soccorsi, allarmati dopo ben 110 minuti.
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La Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’Appello Bis condannando Federico Ciontoli, la sorella Martina e la madre Maria a 9 anni e 4 mesi di carcere per concorso anomalo in omicidio volontario. Il padre, Antonio Ciontoli, dovrà invece scontare 14 anni di carcere, la sua condanna è di omicidio volontario con dolo eventuale. La famiglia Ciontoli nella serata di ieri si è recata nel carcere di Rebibbia.
Le parole di Federico Ciontoli e del suo avvocato dopo la sentenza per l’omicidio Vannini
Subito dopo la sentenza a Fanpage Federico Ciontoli ha detto che se è questo quello che vuole l’Italia lui purtroppo non è nessuno per far capire che “la giustizia non ha vinto come sembrerebbe”. Ha poi aggiunto che voleva trascorrere gli ultimi momenti che gli erano rimasti con la fidanzata Viola e non con chi ha contribuito alla sua condanna.
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L’avvocato del ragazzo, Domenico Ciruzzi, all’agenzia Nova riferendosi a Federico Ciontoli lo ha definito un ragazzo serio che rispetta le sentenze. Crede però che sia ‘un’altra vittima di questa vicenda’. Prendendo ad esempio il caso di Viola ha fatto sapere che è stata la stessa condotta di Federico con la differenza che è stato lui ad opporsi al padre e a raccontare dello sparo. La fidanzata è stata giustamente assolta a differenza del figlio di Antonio Ciontoli che dovrà scontare 9 anni e 4 mesi di carcere. Il legale ha poi concluso dicendo: “Credo che questo processo come altri rappresenti la spia di un sistema che non funziona più”.