L’uso delle mascherine all’aperto potrebbe non essere obbligatorio a partire dal prossimo 15 luglio. Il governo di Mario Draghi sta valutando, in questi giorni, la possibilità di abolire definitivamente una delle misure legata all’emergenza Covid.
Mascherine all’aperto, l’idea del governo
Al momento si tratta solo di un’ipotesi, anche se il ministro Roberto Speranza, dopo le dichiarazioni rilasciate a La Stampa, ha fatto ben sperare. Sono tanti i Paesi europei che hanno scelto di eliminare l’uso del dispositivo all’aperto, ma rimarrà obbligatoria negli spazi al chiuso o dove possano crearsi assembramenti. In particolare, ci sono alcuni esponenti del governo come Matteo Salvini, che si è detto favorevole all’abolizione di questa misura, così come alla conclusione dello stato di emergenza. Draghi, però, vorrebbe procedere con cautela. Anche se la mascherina non diventerà più un obbligo, sarà necessario mantenere le distanze e proseguire passo dopo passo. “Serve ancora prudenza, perché è vero che stiamo uscendo dalla pandemia, ma purtroppo non ne siamo ancora fuori“, ha detto il premier.
Il no alla proroga dello stato di emergenza
Intanto, anche la ministra Gelmini, intervenuta nel programma di Rai 1, Oggi è un altro giorno, si è detta favorevole alla chiusura dello stato di emergenza il prossimo 31 luglio. Il governo, però, sta valutando se prorogare o meno questa situazione, soprattutto perché “agevola le procedure e semplifica la burocrazia“. In altre parole, il primo ministro avrebbe intenzione di prolungarlo per poter agire in maniera tempestiva in caso di possibile peggioramento dell’epidemia. L’opposizione guidata da Giorgia Meloni ha criticato fortemente l’atteggiamento del governo, definendo la possibilità di prorogarlo “un’ipotesi folle“. Gli italiani, infatti, hanno bisogno di un segnale forte e l’abolizione di tali misure rappresenterebbe un primo passo verso il ritorno alla normalità. “Non ci sono i presupposti per trascinare lo stato di emergenza“, ha aggiunto anche Salvini che pur facendo parte della maggioranza, non concorda con le ultime decisioni.
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