“Hey, sexy lady!”: chi non ha, almeno una volta nella vita, intonato il ritornello di una delle canzoni più ascoltate, ballate, scaricate degli ultimi tempi? Quando il paffuto cantante sudcoreano Psy investì il mercato discografico internazionale con il tormentone “Gangnam Style”, il pubblico reagì con sorpresa e giubilo: non ci fu una persona che non tentò, almeno una volta nella vita, di imitare il simpatico e buffo balletto inscenato da Psy nel videoclip del singolo. Era il 2012 e Psy – all’anagrafe Park Jae-sang – aveva appena iniziato a conquistare l’Occidente con i suoi doppisensi incomprensibili (purtroppo il Coreano non è una lingua universale, ma a tutto c’è rimedio), il suo look stravagante, la sua allegria contagiosa.
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