BOLZANO. Si sapeva quasi tutto di Otzi, la mummia ritrovata 25 anni fa tra i ghiacci delle Alpi Venoste e ora custodita nel Museo Archeologico dell’Alto Adige. Otzi era di sesso maschile, visse tra il 5300 e il 5100 a.C., morì quando aveva circa 47 anni e soffriva di intolleranza al lattosio. Un solo elemento distintivo mancava all’appello degli studiosi: la sua voce. Ma proprio ieri, gli esperti di foniatria del San Maurizio di Bolzano e il CNR di Padova hanno trovato l’ultimo pezzo del puzzle, riuscendo a restituire la vita al “canto” dell’iceman del Similaun. l suoni, più che altro vagiti corrispondenti alle 5 vocali italiane, sono stati riprodotti attraverso la ricostruzione virtuale dell’apparato fono-articolatorio della mummia.
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Incidente choc, una voce salva una neonata: miracolo
Ha dell’incredibile la storia della piccola Lily, bimba americana di 18 mesi sopravvissuta a un incidente stradale. Quando gli agenti di polizia si sono avvicinati al mezzo, precipitato nel fiume, hanno sentito una voce chiedere di salvare la bambina. La madre di Lily però era morta molte ore prima del ritrovamento, e dentro all’auto c’era solo la piccola svenuta.
Ecco perché odiamo riascoltare la nostra voce registrata
A tutti è capitato di riascoltare la propria voce registrata e magari di arrivare a percepire quel suono come diverso, fastidioso o addirittura estraneo. Sono diversi gli studi che si sono proposti di indagarne la ragione, evidenziando come la voce venga percepita attraverso canali diversi.
Perché ascoltare il suono della propria voce dà fastidio quasi a tutti
La nostra voce ci sembra molto diversa se la riascoltiamo dopo averla registrata e spesso ce ne chiediamo il motivo. Alcune spiegazioni scientifiche dimostrano come quando parliamo il suono attraversa le ossa del cranio, che lo distorgono e lo fanno sembrare diverso all’udito