Grosseto – La notizia fa subito clamore: il primo comune a riconoscere formalmente un’unione matrimoniale omosessuale in Italia è il capoluogo di provincia più a sud della Toscana. In un’era di polemica, opposizione e violenza nei confronti degli omosessuali di tutto il mondo, un 68enne ed un 57enne italiani hanno ottenuto la trascrizione nei registri comunali della loro unione, celebrata secondo rito civile negli Usa. Proprio di recente, l’ipotesi di una svolta riguardo la posizione del “bel Paese” nei confronti degli omosessuali sembrava solo un miraggio: ne è un esempio il caso di abbandono di minore avvenuto nella Capitale, dove un ragazzino omosessuale è stato rifiutato dai suoi genitori adottivi.
In realtgà, i due novelli sposi avevano ricevuto inizialmente un rifiuto categorico da parte del Tribunale di Grosseto, motivata da un principio apparentemente inevitabile: “La normativa italiana non consente che persone dello stesso sesso possano contrarre matrimonio”. Tuttavia, i due hanno deciso di far ricorso con l’aiuto dell’avvocato Claudio Boccini e, nonostante il pm locale non avesse voluto accogliere tale ricorso, decide di farlo il giudice Paolo Cesare Ottati. Quest’ultimo si è appellato, più che ad un elemento favorevole, alla mancanza di specifici riferimenti al sesso dei richiedenti nelle condizioni necessarie del riconoscimento dell’unione. Perciò, in assenza di quell'”impedimento derivante da disposizioni di legge alla trascrizione di un atto di matrimonio celebrato all’estero”, Ottati ha potuto formalizzare l’unione dei due novelli sposi in Italia.
Egli stesso, peraltro, ha successivamente dichiarato che il rito civile celebrato negli Usa era già valido di per sé e, dunque, il procedimento portato a termine non costituisce alcuna violazione della legge italiana. L’ex-presidente dell’associazione Arcigay ed ora senatore PD, Sergio Lo Giudice, ha commentato entusiasta l’evento primo del suo genere, che potrebbe segnarte una significativa svolta per la posizione dell’Italia nei confronti delle unioni gay: “È un precedente unico per il nostro Paese”, conferma. Anche Aurelio Mancuso, portavoce per Equality Italia, altra associazione a favore degli omosessuali in Italia, ha esposto ai media l’importanza di quanto avvenuto a Grosseto, ovvero “ciò che fino ad oggi è sempre stato negato dai Comuni e dai Tribunali: veder riconosciuto il loro status di coppia sposata in uno Stato estero”.
Infatti, nonostante l’unione non sia stata celebrata proprio in Italia, la decisione del Tribunale di renderla effettiva anche qui rende possibile in qualche modo un punto d’incontro tra gli irrimovibili “no” e gli omosessuali che cercano affrermazione e riconoscimento in questo Paese. Dopotutto, non è impensabile un compromesso di questo genere, data l’attualità della polemica che ancora separa il Paese.