Treviso – Dei trafficanti di droga hanno testato un nuovo metodo per importare cocaina in Italia, ma la prova è fallita grazie all’intuito ed al senso civico della donna alla quale era destinata la partita di droga. L’idea in sé era abbastanza ingegnosa, ma è stata la sua messa in pratica a produrre risultati patetici. Infatti, circa un intero chilo di cocaina (per la precisione, 859 g) era stato riposto con cura nelle ben 98 pagine di una tesi di laurea rilegata a dovere, perché sembrasse del tutto realistica, ed inviata ad un indirizzo trevigiano dall’Argentina.
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A ricevere la busta è stata una connazionale dei trafficanti, che è rimasta stupita dall’inatteso pacco, ma l’ha ritirato come previsto. La ragazza stessa ha portato in questura la busta sospetta, dopo essere stata insospettita dallo strano odore che essa emanava. Infatti, presso i trafficanti di droga imbevono i pacchi che contengono le partite da trasferire con benzina, per depistare il potente fiuto dei cani anti-droga che allarmano i poliziotti durante i controlli doganali. Ha dell’incredibile, peraltro, che il test di questo nuovo metodo di trasferimento sia in realtà riuscito. E’ stata fallimentare, più che altro, l’assenza di un complice che ritirasse la merce in Italia, senza insospettire né tanto meno avvertire le autorità.
Per fortuna, il caso odierno si è svolto per il meglio, ma potrebbe anche essere l’indice che il traffico internazionale di droghe pesanti come la cocaina si stia muovendo per aggirare le misure di sicurezza più avanzate. Del resto, però, mercati come quello di cocaina ed altre droghe che necessitano l’importazione stanno gradualmente scomparendo, perché si affacciano all’orizzonte nuove droghe sintetiche, come la Krokodil. Queste, oltre ad essere seguite perché di tendenza, sono soprattutto economiche e fai-da-te: dato che ha portato fin da subito grandissima competizione tra le nuove droghe e quelle “tradizionali”.
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