Roma – Mai più foto gossip che ritraggono anche minori. Lo intima la Cassazione nel ribadire che il settimanale Chi ha violato la privacy dell’ex direttore generale della Rai Flavio Cattaneo, pubblicando scatti, nel 2005, a ripresa di una notizia che trattava di un «supposto legame sentimentale» dell’ex dg.
Nelle immagini già censurate dal Garante per la privacy, come ricostruisce la sentenza 27381, si vedevano momenti di vita della famiglia Cattaneo. C’era anche una foto che riprendeva il volto della figlia minore dell’allora dg Rai. Già il Tribunale di Milano, nel settembre 2006, aveva stabilito che le immagini incriminate avevano leso la privacy dell’ex dg Rai. Ora la Cassazione, bocciando il ricorso della Mondadori, ha reso definitiva la decisione.
La Suprema Corte (con la sentenza 27381 depositata venerdì dalla Prima sezione civile) ha dunque confermato la tutela data dal Garante su richiesta di Cattaneo contro il settimanale ‘Chi’ che aveva pubblicato le foto di vari componenti della sua famiglia – moglie, figli, suocera – quando, mentre era il numero uno di Viale Mazzini, venne a galla la sua relazione con Sabrina Ferilli. Senza successo, la casa editrice ha provato a far presente che prima che il flirt fosse noto, lo stesso manager si era messo in posa con la famiglia e aveva dato il consenso alla pubblicazione delle foto.
Quindi – a scandalo esploso – non poteva più invocare il diritto alla riservatezza dei suoi cari dal momento che i loro volti erano divenuti noti. La tesi non ha convinto gli ermellini per i quali è “correttamente” da escludere che la decisione assunta in precedenza da Cattaneo, in relazione al consenso per il servizio fotografico da happy family, “potesse essere invocata in un diverso contesto, nel quale era trattata la notizia della sua relazione extraconiugale”. Quanto alla foto della palazzina dove abitava la famiglia Cattaneo, la Suprema Corte ne ha escluso il diritto alla pubblicazione dal momento che finiva per rivelare il domicilio trattandosi di uno stabile in un piccolo centro.
Con questo verdetto si conferma il divieto di diffondere le foto in questione e i dati personali, affinché non siano indeboliti i diritti alla riservatezza di congiunti e minori così come stabilito dal Tribunale di Milano nel 2006.
Fonti: leggo, blitz quotidiano