Flavio Dobran è un grande esperto di vulcani; docente universitario presso la New York University e ingegnere fluidodinamico molto appassionato di vulcanologia, ha dichiarato che ”all’improvviso il Vesuvio, che sonnecchia dal 1944, esploderà con una potenza mai vista. Una colonna di gas, cenere e lapilli si innalzerà per duemila metri sopra il cratere. Valanghe di fuoco rotoleranno sui fianchi del vulcano alla velocità di 100 metri al secondo con una temperatura di 1000 gradi centigradi, distruggendo l’intero paesaggio in un raggio di sette chilometri, spazzando via strade e case, bruciando alberi, asfissiando animali, uccidendo forse un milione di esseri umani in appena 15 minuti“. Si tratta di un’ipotesi documentata, frutto di studi approfonditi con la sola incognita della data in cui tutto ciò si verificherà: “questo purtroppo non possiamo prevederlo – precisa il professor Dobran –Certo non sarà tra due settimane, però sappiamo con certezza che il momento del grande botto arriverà. La conferma viene dalla storia: le eruzioni su larga scala arrivano una volta ogni millennio. Quelle su media scala una volta ogni 4-5 secoli. Quelle su piccola scala ogni 30 anni. Ebbene, l’ultima gigantesca eruzione su larga scala è quella descritta da Plinio il Vecchio: quella che il 24 agosto del 79 dopo Cristo distrusse Ercolano e Pompei uccidendo più di duemila persone. La più recente eruzione su media scala è quella del 1631, che rase al suolo Torre del Greco e Torre Annunziata, facendo 4 mila morti in poche ore“.
Dobran ha progettato un simulatore vulcanico globale: si tratta di un modello informatico in grado di ricostruire le passate eruzioni dei vari vulcani, e quindi anche del Vesuvio, per descrivere quelle future. Oltre ai dati storici, nel computer vengono inseriti anche quelli sullo stato attuale del vulcano: l’attività sismica più recente, le emissioni di gas, i cambiamenti dei campi magnetici. “Abbiamo cercato di riprodurre al computer l’eruzione del 79 – dice Dobran – e il simulatore vulcanico globale, dopo aver analizzato i dati, ha disegnato uno scenario infernale: appena 20 secondi dopo l’esplosione il fungo di gas e ceneri incandescenti ha già raggiunto i 3 mila metri di altezza, da dove collassa lungo i fianchi del cono. Un minuto dopo, la valanga ardente si trova già a due chilometri dal cratere. In tre minuti ha già raggiunto Ottaviano, Somma Vesuviana e Boscoreale. In quattro minuti sono spacciate Torre del Greco ed Ercolano. Sessanta secondi dopo è la volta di Torre Annunziata“. E’ successo in passato, sicuramente accadrà anche in futuro. Su questo tutti gli esperti sono d’accordo. Lo scorso anno abbiamo realizzato un’intervista esclusiva a Marcello Martini, direttore dell’Osservatorio Vesuviano in cui abbiamo appurato che comunque il vulcano darà molti segnali che faranno capire agli esperti che sta per eruttare con netto anticipo, non giorni ma settimane, mesi e forse addirittura uno/due anni. E’ l’unica “consolazione”, ma siamo sicuri che a Napoli e dintorni è tutto pronto per fronteggiare al meglio l’eventuale emergenza?