Roma, cane torturato e arso sul palo. E’ caccia al mostro: l’identikit

Il jack Russel trovato in tarda mattinata. Fonte foto: roma.corriere
Il jack Russel trovato in tarda mattinata a Villa Ada

Cane – Roma. I poliziotti pensano già ad un rito satanico: gli indizi come il cerchio di erba appiattita attorno al palo su cui giaceva il corpo carbonizzato del povero animale parlano chiaro e rimandano ai precedenti in cui alcuni riti satanici furono tenuti nel parco in cui Benito Mussolini fu arrestato. Altro indizio è la ferocia con cui il Jack Russel, maschio di taglia piccola, è stato legato ad un palo nel mezzo della pineta di Villa Ada, la zona più selvaggia del parco e poco distante dalla Moschea, con una catena stretta attorno all’addome almeno dieci volte, poi trafitto alla spalla con un secondo paletto di legno acuminato e gli sono state spezzate le zampe, la testa gli è stata mutilata probabilmente a bastonate, è stato imboccato con una sostanza ancora non identificata dalle analisi e torturato a morte. Sul posto sono intervenuti i poliziotti del commissariato di Villa Glori, un medico dell’Asl e la polizia scientifica per chiarire i dettagli dell’accaduto. Probabilmente il cane era già morto al momento dell’incendio del suo corpo, ma, se si trattasse di un rito, sarebbe più probabile che fosse ancora vivo e che sia stato arso ancora in stato cosciente. La tragedia è comunque da considerare una mostruosità e l’identikit sta circolando tra i cittadini romani alla caccia di un quarantenne alto circa 1,75 mt, con uno o due denti anteriori mancanti: è questa la descrizione fornita da alcuni passanti, che lo hanno visto allontanarsi a passo svelto dalla radura dove aveva appena dato fuoco al Jack Russel, mentre si stringeva nel bavero rialzato del suo giubotto e si voltava in continuazione per controllare che nessuno lo stesse seguendo. Stando ai primi accertamenti fatti dai poliziotti del commissariato di Villa Glori, le torture e le mutilazioni sarebbero state inflitte all’animale in altro luogo e la pineta sarebbe stata spettatrice solo del rogo finale. Nessun microchip, almeno in apparenza, ma le indagini sono ancora in corso e chiunque possa aiutare le autorità a fare giustizia per il povero cane ha il dovere di segnalare qualsiasi indizio al commissariato di competenza.

Sul caso si è pronunciata Loredana Pronio, presidentessa della Federazione Italiana Diritti Animali (Feder F. I. D. A.), battutasi di recente per la chiusura del canile Parrelli a causa di sevizie perpetrate ai danni dei cani della struttura stessa: “Mi sto precipitando in commissariato per sporgere denuncia: questo scempio deve finire. Alcune persone mi hanno confidato che in questo stesso parco un fatto del genere è accaduto altre volte. Chi compie un gesto tanto atroce”, continua, “oggi lo fa a un cane, domani lo farà ad un umano. La gente deve capire che le due cose sono sempre collegate: ecco perché ogni forma di omertà non va più tollerata.” E’ questo il tipo di aiuto che in questi momenti è richiesto ai cittadini, affinché eventi di questo genere non accadano più, quindi rinnoviamo l’invito a farvi avanti se avete visto qualcosa o se vi capitasse di riconoscere l’uomo descritto dall’identikit della polizia.

Fonte per la foto: roma.corriere