L’evaso Cutrì catturato nella notte: viveva come un animale braccato

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Il covo di Cutrì e Greco: vivevano come animali nel totale degrado

Gallarate – Dopo le ricerche disperate dell’evaso Domenico Cutrì, che il fratello Antonino aveva cercato di far evadere anche a costo della propria vita (link alla notizia), l’ergastolano è stato riacciuffato dai carabinieri del Gis (Gruppo Intervento Speciale), mentre si stata nascondendo insieme con il complice Luca Greco. Per ben 5 giorni, le forze dell’Ordine hanno setacciato l’intera regione veneta alla ricerca del condannato, finché Cutrì non è stato trovato in un covo non molto distante dal luogo in cui era stato aiutato a fuggire dal fratello Antonino, morto nella sparatoria che seguì l’agguato al blindato in cui Domenico si trovava, e da altri complici. L’evaso si era rifugiato con un compagno in un appartamento facente parte di una palazzina di due piani in ristrutturazione, sita in via Villoresi e circondata da altre abitazioni, ma i “vicini” hanno riferito di non aver notato alcun cambiamento nel lato abbandonato della struttura.

L’arresto dei due fuggitivi è avvenuto nella notte scorsa, con un’operazione che non ha lasciato altre vie di fuga a Cutrì e Greco: l’ergastolano latitante stava dormendo, munito di una 375 Magnum con già un colpo in canna, ma è stato sorpreso dagli investigatori e non ha avuto il tempo di impugnare l’arma per difendersi, così come è avvenuto anche per il suo complice. Stando a quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, Cutrì e Greco hanno vissuto questi 5 giorni come animali braccati, nell’attesa che la loro ricerca si placasse, come documentano le condizioni di assoluto degrado del loro rifugio: dormivano entrambi su di un vecchio divano e si cibavano di quanto potevano. Alcune scatolette di tonno e pacchi di pasta sono stati ritrovati sparsi in terra, insieme con i giornali che riportavano le notizie dell’evazione dell’ergastolano. Per cucinare, Cutrì utilizzava un fornelletto da campeggio ed il ritrovamento di numerose videocassette fa pensare che l’evaso avesse progettato di nascondersi in quello stesso appartamento per molto tempo. Egli, infatti, non era affatto nuovo alla latitanza ed addirittura è stato definito un “maniaco” della sicurezza dei covi. Ora, Domenico e Daniele, l’altro fratello, accusato di aver preso parte alla fuga dell’ergastolano quello stesso pomeriggio di 5 giorni fa, sono stati trasferiti nel carcere milanese di Opera. L’evaso non ha proferito parola fin dall’agguato del Gis di questa notte.