Dal set alle manette. Sembra la sceneggiatura di una fiction, ma per Vittorio Vannutelli, 46enne attore teatrale e televisivo, questo è solo l’ inizio di una torbida storia che, se confermata dalle numerose prove a suo carico, potrebbe aprirgli le porte del carcere.
Vannutelli, noto al grande pubblico per qualche apparizione in telefilm di successo come “La squadra”, è stato infatti accusato di violenza sessuale, lesioni e stalking nei confronti della sua ex fidanzata. L’ interprete rischia fino ad otto anni di carcere. La sentenza è fissata per il 17 aprile.
L’ incubo per l’ ex compagna dell’ artista è cominciato quattro anni fa. La ragazza, una trentenne abruzzese, era fidanzata solo da qualche mese con il suo aguzzino quando,nel dicembre 2010, si recò presso il commissariato di Monteverde a denunciare le ripetute sevizie fisiche e psicologiche subite da Vittorio Vannutelli. Dal racconto della giovane, visibilmente provata dalle torture che il suo compagno le infliggeva, emergono particolari inquietanti. Vannutelli era geloso e immotivatamente possessivo. Il suo controllo sulla vita della trentenne non si limitava solo a monitorare il suo profilo Facebook e la sua casella di posta elettronica, ma consisteva per la giovane in una vera e propria agonia, soprattutto fisica. L’ uomo impartiva alla sua “amata” ogni genere di punizione, che Vannutelli giustificava costringendo la giovane ad ammettere un tradimento mai compiuto. L’ attore ha spento sul corpo della vittima mozziconi di sigaretta, la colpiva ripetutamente a calci e pugni, la costringeva ad avere rapporti sessuali con lui, filmando quelli che, secondo il Pubblico Ministero Maria Bice Barborini, sono veri e propri stupri.
Vannutelli, purtroppo, pare sia andato anche oltre. L’ attore possedeva una panca per esercizi di body building, sul quale avrebbe legato la sua compagna prima di frustrarla ripetutamente e sottoporla ad un’ estrema punizione erotica. In una successiva occasione, il 46enne avrebbe addirittura colpito la fidanzata con un bastone di legno con tale veemenza da spezzare l’ asta, prima di marchiarla a fuoco con un ferro a forma di “V”, reso incandescente con un accendino. Una “lettera scarlatta” traumatizzante per la trentenne, che avrebbe riportato un’ ustione di secondo grado, ma che non le avrebbe, però, impedito di reagire, denunciando l’ uomo che sarebbe dovuto diventare il compagno di una vita ma che, invece, si era rivelato essere un partner letale.
Nell’ abitazione di Vittorio Vannutelli gli investigatori hanno rinvenuto tutto l’ occorrente che l’ attore usava per torturare la sua ex, oltre a videocassette dei loro forzati rapporti fisici e materiale pedopornografico nel PC dell’ uomo. Un caso di estrema violenza, che ha colpito pubblico e forze dell’ ordine per la crudeltà che un personaggio noto come Vittorio Vannutelli avrebbe riversato sulla persona ad egli più vicina, colpevole solo di averlo amato.