Marsala – Una tragedia premeditata con disarmante freddezza: non è stato un gesto impulsivo quello della 17enne che ieri sera si è sparata in casa propria, usando la pistola del padre, finanziere. La liceale aveva trovato in tarda serata l’arma smontata in camera dei genitori e, con la stessa determinazione di porre fine alla propria vita, ha cercato su internet le istruzioni su come montarla, per poi spararsi. Probabilmente presa dai rimorsi di coscienza, la ragazza ha pensato di salutare prima un’amica di scuola ed i genitori: sul suo telefonico, l’addio spedito ad una compagna poco prima di farla finita. Alla madre ed al padre, la 17enne aveva soltanto detto che avrebbe fatto una doccia veloce, poi si è recata nelle proprie stanze e si è sparata, alle 22.30 circa.
La ricostruzione della dinamica dei fatti che hanno preceduto l’ultimo respiro della giovane ha permesso di comprendere meglio la freddezza con cui la preparazione al suicidio è stata calcolata da lei stessa. Il caso odierno, infatti, svela un nuovo lato del suicidio tra i giovani, evento inspiegabile per molti e che si ripresenta sempre più spesso nella cronaca contemporanea. La 17enne avrebbe potuto ripensare alla propria decisione di suicidarsi durante tutto il tempo necessario per capire come assemblare e far funzionare l’arma di suo padre.
Ugualmente, sarebbe lecito chiedersi come mai, notata la pistola smontata in camera dei genitori, la liceale non abbia cambiato i propri piani, perché non abbia scelto un altro modo di porre fine alla propria vita. Insomma: perché proprio la pistola? Queste sono solo alcune delle domande che affliggono chi, nel proprio dolore, non può trovare un senso ad una tale fine. La giovane frequentava il quarto anno di liceo: l’anno prossimo si sarebbe diplomata.