Nuoro – Volevano “punirlo” per aver infastidito le loro pecore. Un pastore 42enne e suo figlio di 16 anni hanno così deciso di legare il loro povero cucciolo di cane al gancio traino della propria automobile, trascinandolo lungo la strada che da Irgoli conduce a Capo Comino, fino a ridurlo in fin di vita. Lo choccante episodio, avvenuto in provincia di Nuoro, risale alla scorsa settimana, ma continua a balzare agli “onori” della cronaca grazie alla denuncia della showgirl Elisabetta Canalis e, soprattutto, all’ impegno preso da parte della Lega Nazionale per la Difesa del Cane di costituirsi parte civile nel processo giudiziario a carico dei due “mostri”.
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UNA BARBARA MORTE. Siamo ad Irgoli, in provincia di Nuoro. Un allevatore, incapace di gestire il proprio cane meticcio di appena sette mesi che, a detta dell’ uomo, infastidiva il suo gregge, ha pensato bene di impartire una sonora lezione al povero cucciolo. Il 42enne, con la complicità del figlio adolescente, ha così legato Eli (questo il nome della vittima) alla propria automobile con un gancio, trascinandolo, successivamente, per molti chilometri lungo la Strada Provinciale 72 che collega Irgoli a Capo Comino. Il calvario di Eli è finito solo quando una volante del Pronto Intervento dei Carabinieri, trovatasi per caso su quel tratto stradale, ha incrociato la Ford Focus dei due assassini. Gli agenti a bordo, intervenuti immediatamente per fermare quella barbarie, hanno trovato di fronte ai loro occhi una drammatica scena: di Eli, oramai, non rimaneva più nulla, a parte una palla di carne logora e piena di sangue.
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LNDC: “GIUSTIZIA PER ELI”. I due uomini che, appena avvistata l’ auto dei Carabinieri avevano tentato inutilmente la fuga, finendo fuori strada, hanno tentato di motivare le loro insane azioni. “Il cane infastidiva le pecore, volevamo punirlo”, avrebbero dichiarato i due allevatori, sui quali pende ora l’ accusa di uccisione di animale, reato probabilmente aggravato dai futili motivi e dalla insana crudeltà. Il povero Eli, invece, non ce l’ ha fatta: è morto tra dolori indicibili durante il trasporto verso il vicino ambulatorio veterinario di Orosei.
La crudele vicenda avvenuta in provincia di Nuoro ha sconvolto la popolazione sarda, che non è riuscita a rimanere impassibile di fronte all’ atrocità perpetrata da padre e figlio ai danni di una innocente creatura. Elisabetta Canalis, sarda “d.o.c.” ed animalista convinta, ha espresso tutto il suo disappunto su Twitter, lanciando un appello ai suoi conterranei: “Spero che la mia #Sardegna dia pubblicamente un esempio di civiltà condannando questi 2 personaggi, perché persone così sono da considerarsi pericolose per la comunità”. La Lega Nazionale per la Difesa del Cane, intanto, ha fatto sapere che si costituirà parte civile nel processo contro i due “sadici” allevatori, per far si che delitti atroci come quello di Eli non si ripetano mai più. I due uomini rischiano di scontare fino a due anni di detenzione.